Attualità

“Mercato e feste sì, ma solo 14 posti in aule studio”

Angelo Ciocia
Aule studio palazzo Tributi
Lo sfogo di uno studente: "Il virus c'è solo per chi vuole studiare?"
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Continua a far parlare la questione relativa alle aule studio a Molfetta. Quest’oggi ci sarà la riapertura degli spazi nell’ex Palazzo Tributi. Un’apertura tanto attesa dagli studenti, disattesa però dal numero assai contingentato e dagli eventi cittadini in cui il distanziamento sociale non viene poi così tanto rispettato.

Di seguito riportiamo una lettera, uno sfogo, di uno studente molfettese habituè delle aule studio molfettesi.

“Volevo porre all’attenzione della vostra redazione una mia riflessione. Sono uno studente di 23 anni, da sempre frequentante le aule studio della biblioteca, prima, e del Palazzo Tributi, poi.

Vi scrivo perché certamente è una buona notizia la riapertura delle aule studio, ma d’altro canto sono rammaricato con chi ha preso tale decisioni e ha imposto certe restrizioni. Far accedere quattordici ragazzi al giorno, mediante prenotazione effettuabile solo una volta fin quando non si è usufruito delle aule studio significa semplicemente scoraggiare lo studente e, per i più fortunati e più veloci nelle prenotazioni online, usufruire delle aule studio una, massimo due volte in un mese.

Perché sono indignato? Perché è giusto contingentare i vari ingressi, ma non trovo giusta la misura se paragonata ad altri eventi in cui doveva esserci distanziamento sociale e non c’è stato. Mi riferisco all’inaugurazione di Piazza Principe di Napoli, dove la gente era tanta e il metro di distanza era utopico. Un altro esempio è la festa promozione del Molfetta Calcio, giusta per carità, ma che ha visto poco o nulla distanziamento sociale. Mi viene in mente anche il mercato settimanale: storicamente, è impossibile attraversare il “giovedì” attuando distanziamento sociale. Per non parlare di locali e attività commerciali dove il virus sembra un lontanissimo ricordo.

Mi tocca constatare che questo virus sia dannoso solo per la cultura e per gli studenti. Università chiuse, lezioni ed esami online in condizioni che andrebbero approfondite, aule studio comunali chiuse o aperte ad una stretta cerchia di persone. Per locali, inaugurazioni, discoteche, feste, momenti in cui rilanciare l’economia il virus, invece, è docile, innocuo.

In questo mio sfogo voglio porre un’ultima attenzione. Non sono incazzato per i soli 14 posti perché, evidentemente, questa è la capienza contingentata. Sono incazzato perché è più di un anno che attendiamo la nuova biblioteca in Fabbrica San Domenico, un luogo dove certamente entrano più di pochi studenti. Perché nessuno indica lo stato dei lavori della biblioteca? Perché non si sanno le tempistiche e se le si sanno vengono puntualmente slittate? Perché la città è un cantiere a cielo aperto, mentre per un luogo di cultura e studio si aspettano mesi e mesi per consegnare questo bene alla comunità? Perché i locali comunali murati nel centro storico non sono stati adibiti ad aule studio, sapendo che Palazzo Tributi è una sede provvisoria e troppo piccola per l’utenza molfettese?

Tutto questo fa emergere solo una cosa: in che “buco” studiavano prima i molfettesi? Se li dove prima entravano poco meno di cento persone, oggi entrano solo 14 persone, significa che forse qualcuno ha snobbato l’importanza di luoghi simili in città.

A questi interrogativi, gentile redazione, non so quante risposte potremmo avere noi giovani studenti. Mi rammarica solo che tanti giovani che investono nel proprio futuro, nella propria carriera universitaria, siano ritenuti potenzialmente più “contagiosi” di altre categorie di persone”.

Grazie per lo sfogo.

venerdì 3 Luglio 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 13:08)

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