Cultura

“Cose che accadono al di sopra delle parole”, domenica l’omaggio a De Andrè

La Redazione
Manifesto di "COSE CHE ACCADONO AL DI SOPRA DELLE PAROLE"
Nove testi di Fabrizio De André letti da dodici donne e uomini provenienti da dieci nazioni diverse
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Domenica 3 febbraio alle 18.30, presso la Chiesa di San Gaetano, approda a Bitonto il progetto itinerante Cose che accadono al di sopra delle parole, basato sui testi di Fabrizio De Andrè interpretati da italiani e stranieri.

La tappa bitontina è stata possibile grazie all’impegno di Francesco Brandi che ha organizzato la serata e al brillante studente Giuseppe Maurodinoia, membro della confraternita di San Giuseppe e referente del progetto per l’associazione culturale “Cenacolo dei poeti”, col presidente Pasquale Rienzo, che supporta l’iniziativa.

Saranno coinvolti nelle letture anche gli alunni della scuola primaria “Don Milani”, preparati dall’insegnante Angela Scolamacchia, che il 20 novembre scorso hanno ricevuto in Cattedrale la cittadinanza simbolica conferita dal Comune ai minori stranieri residenti a Bitonto.

Il progetto è ideato e realizzato da un gruppo di intellettuali e artisti provenienti dalle città della diocesi che fu di don Tonino Bello. Il progetto è costruito attorno ai testi di Fabrizio De Andrè, nel ventesimo anniversario della morte del padre della canzone d’autore italiana.

Contrassegnato da un verso di “Smisurata preghiera”, il progetto “Cose che accadono al di sopra delle parole” è nato con l’obiettivo di promuovere, in occasione dell’anniversario della morte di De André, un nuovo ascolto della sua opera. Ricantate e riarrangiate, parole che nascevano da vissuti, radicate in esistenze di carne e di sangue, sembravano aver smesso di provocare le nostre vite, diventando solo una musica di fondo in occasione di svariate celebrazioni.

Come far risuonare allora le parole di De André? Come farle riecheggiare nuovamente nelle nostre esistenze? Come creare una nuova capacità di ascolto e di pensiero? Un ascolto libero, non condizionato dalla prevalenza di melodie più o meno fedeli all’originale e da voci impostate nell’impossibile e, a volte, grottesco tentativo di restituirci la sua.

L’11 gennaio scorso, a Terlizzi, dodici voci di donne e di uomini stranieri hanno permesso di riattivare una capacità di ascolto da tutti posseduta, ma sempre più spesso compromessa dall’affermazione del dominio del familiare e dell’abitudinario. Rinunciando alle melodie e agli spartiti originali, Rosanna D’Abramo ha tentato di costruire, attraverso puri suoni ed essenziale silenzio, lo spazio di un ascolto che fosse costruzione di simpatia e contemplazione.

Le immagini fotografiche di Maria Pansini, Guido Harari, Paolo Pellegrin, Stefano De Luigi, Giancarlo Ceraudo, Francesco Faraci e Francesca De Chirico hanno dato forza a quel nesso parola/voce/immagine così potentemente presente nell’opera di De André.

Nel momento storico che stiamo vivendo le politiche sovraniste degli stati esprimono una linea securitaria che spesso calpesta le più elementari garanzie e i diritti umani. Ridare voce a chi, se non è bandito, cacciato, espulso, vive non di rado ai margini delle nostre comunità ci è parso un gesto politico elementare e necessario per costruire legami capaci di dar vita a solidarietà di relazioni dentro una moltitudine che nella sua diversità variegata mostra il medesimo volto offeso, la medesima capacità di opporre al Potere e alla meschina indifferenza della maggioranza, una voce corale di rivolta contro la dignità calpestata e i diritti umani negati

Nella riproposizione dell’evento a Bitonto, nella suggestiva cornice della chiesa di San Gaetano, l’obiettivo verrà raggiunto aggregando, a quelle che si erano ascoltate a Terlizzi, nuove voci provenienti dal Senegal, dalla Tunisia, dal Marocco e dall’Algeria. Esse si aggiungeranno a quelle del Camerun, della Romania, della Nigeria, della Costa d’Avorio e dell’Iran. Nove testi di De André letti da dodici donne e uomini provenienti da dieci nazioni diverse, ben quattro nazioni in più saranno rappresentate rispetto alla manifestazione terlizzese.

Nelle sue tappe future – la prossima sarà Giovinazzo – “Cose che accadono al di sopra delle parole” intende ampliare il coro di voci narranti, che a Bitonto saranno quelle di:

JEAN MARIE (CAMERUN) – Il testamento di Tito

KOZETA (ALBANIA) e MARA (ITALIA) – Anime salve

SARAH (NIGERIA) – Amore che vieni amore che vai

MIHAELA (ROMANIA) e BOUCHRA (MAROCCO) – Khorakhané

REZA e NAHID (IRAN) – La ballata dell’amore cieco

KPEKPEJEAN e MARIA (COSTA D’AVORIO e ITALIA) – La guerra di Piero

DIARRA (SENEGAL) e ZENA (SENEGAL) – Il Pescatore

ADIB (TUNISIA) e SABRINA (ALGERIA) – Fiume Sand Creek

SOFIA, DONATELLA (ITALIA)– Smisurata Preghiera

Il progetto nasce da un’idea di Alberto Altamura, coadiuvato da Donatella Azzollini, Giulio De Leo, Carmela Bellisario, Rossana De Gennaro, Michele Rubini (suoni), Michele Santeramo, Michele Stragapede, Michelangelo Volpe (luci).

Si ringrazia per il supporto don Ciccio Acquafredda, parroco rettore della Cattedrale di Bitonto, Mimmo Lucarelli, priore della confraternita di San Giuseppe, Pasquale Rienzo presidente dell’associazione ‘Cenacolo dei Poeti’, Fabio Fornelli e Power Sound per il supporto tecnico-logistico.

sabato 2 Febbraio 2019

(modifica il 29 Luglio 2022, 6:12)

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