Nel giorno dell’Equinozio di primavera, siamo testimoni di una storia a metà tra realtà e leggenda, intrisa nelle radici della nostra città. All’interno del Duomo di Molfetta, fissata in alto in corrispondenza dell’arco presbiteriale, vi è un altorilievo raffigurante un uomo con le braccia tese verso l’alto. All’alba di ogni equinozio, il 21 marzo e il 23 settembre, un raggio di sole nascente si posa perfettamente sulla figura, dandole la luce.
Pare non si tratti di un unicum tutto molfettese, ma che sia una caratteristica tipica di molte cattedrali romaniche. Che cosa in realtà simboleggi la figura, non lo sappiamo con certezza. Esistono infatti due teorie, entrambi affascinanti e meritevoli di attenzioni.
La prima, forse più leggendaria, narra che l’uomo dell’altorilievo sia in realtà una figura demoniaca, rappresentando dunque il male, mentre il raggio di luce che la illumina rappresenta la vittoria del bene sull’oscurità.
Nella seconda interpretazione, la figura ritratta rappresenta un talamone, ovvero un uomo intento a sollevare un peso. In questo caso, la luce rappresenterebbe un supporto divino alla fatica della vita terrena.
Entrambe le teorie sono affascinanti e ancora una volta, nei piccoli dettagli, Molfetta riesce a raccontare storie e leggende ai più sconosciuti.