Cultura

“Ancora”, la prima pubblicazione della giovane molfettese Sara Fiumefreddo

La Redazione
La copertina di "Ancora"
«Ho deciso di parlare in versi del mondo digitale»
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Un’idea nata in prosa si trasforma in una silloge poetica dal titolo “Ancora”.

È questo l’esordio nella scrittura di Sara Fiumefreddo, diciannovenne molfettese iscritta al corso di laurea triennale in Scienze della Comunicazione all’Università degli studi di Bari “Aldo Moro” e collaboratrice di MolfettaLive.

Il titolo della raccolta, composto da 25 poesie con importanti tratti unificanti, ha una duplice accezione: si può leggere “àncora” oppure “ancòra”. Nel primo caso il riferimento è quell’organo che serve a dare un solido attracco agli oggetti di un’imbarcazione che,nella pubblicazione, è rappresentato dall’umanità. La seconda sfumatura va intesa invece come un avverbio, volto ad indicare un bisogno che persiste, quello di restare umani nonostante i cambiamenti introdotti dalla comunicazione di massa.

«Ho sempre voluto che chi leggesse il titolo della mia prima pubblicazione si interrogasse profondamente sul suo significato».

Ma non è l’unica particolarità di “Ancora”, attualmente in fase di preordine sino al 20 luglio.

«Ho deciso di parlare in versi del mondo digitale – spiega l’autrice – proprio per fondere il mondo classico, da cui proviene la mia formazione, con quello contemporaneo, in cui la mia formazione sta proseguendo».

La raccolta di Sara Fiumefreddo va letta come un percorso: l’ordine con cui sono stati disposti i componimenti, che spesso presentano rime che ne rendebbero facile l’adattamento musicale, non è affidato al caso.

«Le prime poesie affrontano le peculiarità dell’uomo, la capacità di ragionare, la creatività, ma anche le debolezze e le imperfezioni – prosegue la giovane molfettese – nella parte centrale della raccolta si presenta invece il tema dell’evoluzione, per poi arrivare a parlare di un mondo fatto di disconnessioni, di schermi e di profili ».

L’ultimo componimento della silloge dà il nome alla raccolta stessa, la cui copertina conduce già il lettore nella riflessione sull’ambivalenza, elemento tipico tanto delle relazioni personali quanto di quelle virtuali.

«Il quadro di Edward Henry Potthast che ho scelto – spiega Sara – raffigura il mare, proprio perché esso trasmette una sensazione sublime, può indicare la libertà, ma anche la paura e le difficoltà».

La giovane autrice racconta di aver ricevuto la chiamata dalla casa editrice Dialoghi, interessata a pubblicare la sua proposta, proprio il pomeriggio del 1 aprile.

«Ma non è stato un pesce d’aprile, nessuno scherzo: solo una bellissima sorpresa».

venerdì 10 Luglio 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 12:48)

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