Riceviamo e pubblichiamo la nota della locale sezione dell’ANPI che ricorda Benedetto Petrone nel giorno dell’anniversario della sua morte. Di seguito le parole rivolte al compianto giovane a cui, a Molfetta, è dedicato anche uno stadio.
A 43 anni dall’omicidio di Benedetto Petrone, la sezione ANPI di Molfetta, “Giovannine Tiberio Pansini”, ricorda la scomparsa del giovane barese antifascista, che ha pagatoncon la vita il suo diritto a manifestare per degli ideali sanciti dalla nostra Costituzione.
Benedetto Petrone, non è una semplice vittima della strategia degli anni di piombo: connLui si sono voluti colpire l’impegno politico e sociale di tanti ragazzi che in queglinanni, e ancora oggi, si ritrovano attorno ai valori della democrazia e della solidarietà,npartendo dalla voglia di cambiare la propria città, il proprio quartiere. E questo ricordonrisulta, oggi, ancora più attuale e urgente, considerando i continui interventi operati danorganismi di destra, volti ad aizzare il malcontento, la paura, la rabbia di cittadini inngrandi difficoltà economiche, legate alla pandemia, generando reazioni incontrollate,nirrazionali e pericolose per la stabilità politica.
RicordarLo oggi, serve per tenere altanl’attenzione nei confronti dei nuovi fascismi (ancora una volta, in stretta alleanza connla malavita) che si stanno infiltrando nel tessuto sociale ed ideologico dell’Italia endell’Europa. Tali fascismi, si sono affacciati sullo scenario con slogan nuovi, manutilizzando i simboli di sempre. È obbligatorio, quindi, vigilare ed essere consapevoli,ndifenderci da queste losche manipolazioni, non lasciarci travolgere dalla rabbia e dalnmalcontento dilaganti, ma cercare di prestare aiuto a chi è in difficoltà e metterlo innguardia da ogni tipo di strumentalizzazione. L’immagine di Benny, come ha più voltenaffermato la sorella Porzia, deve continuare a rappresentare un simbolo contro ilnfascismo, il razzismo e contro ogni forma di intolleranza