Con una nota pubblicata sul suo profilo Facebook, Paola Natalicchio risponde alle dichiarazioni di Michele Emiliano sull’assenteismo all’ospedale di Molfetta. Stando alle parole del governatore, questi fenomeni andrebbero contrastati immediatamente e il riordino ospedaliero è volto anche a questo. La risposta dell’ex sindaco non si fa attendere.
“Mi piace ragionare sulle cose andando a fondo e analizzando i dati – commenta Natalicchio – E mi dispiace che nel baccano delle dichiarazioni stonate del presidente Michele Emiliano e nello shock generalizzato che ha travolto la città nessuno lo abbia fatto finora. Anche chi ricopre attualmente cariche ben più rilevanti della mia. Comunque ecco i dati dell’organico del nostro ospedale.
Sono pubblicati sul sito della Asl, tutti li possono cercare e verificare su Internet. A fronte di 30 indagati, i dipendenti dell’ospedale sono 382. Il personale sanitario della struttura si compone di 84 dirigenti medici ospedalieri e ne sono stati indagati 2, se ho ben ricostruito le informazioni diffuse dalla stampa. Gli infermieri sono 167. È indagato, tra loro, 1 coordinatore infermieristico. Indagato anche un tecnico di radiologia. Stop.
Aggiungo che gli indagati non sono solo dell’ ospedale. Ci sono dipendenti del distretto e del servizio veterinario. Dunque, togliendo i nomi degli amministrativi e dell’ufficio tecnico, i sanitari indagati o agli arresti domiciliari dell’organico ospedaliero sono 4. Questo non sminuisce la posizione di chi è coinvolto, visto che sono scattate misure molto serie come l’arresto i l’interdizione dall’esercizio della professione. Però siamo in un’altra storia.
Non possiamo parlare di “ospedale degli assenteisti o dei fannulloni”. Né fare inferenze e dire (vergognosamente) che l’ospedale era bacato e quindi meritava di essere declassato. Ribadisco la mia vicinanza a chi ogni giorno nel nostro ospedale timbra il cartellino e lavora in silenzio, al suo posto, per assicurare la sicurezza sanitaria e la salute pubblica a questo territorio. Non è giusto travolgere l’onorabilità del nostro presidio senza fare corretta informazione e andare a capire fino in fondo cosa è accaduto e dove”.