Politica

Forza Italia Giovani: “Il voto dei più piccoli può fare la differenza”

La Redazione
Molfetta al voto
L'analisi del partito
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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Forza Italia Giovani.

Con le elezioni del 4 marzo ormai alle porte, torna in auge la disaffezione dei giovani nei confronti del voto e della politica.

Questo disinteresse cresce soprattutto tra i giovanissimi: i diciottenni che avranno l’oppirtunità di recarsi alle urne per la prima volta. “Il 70% potrebbe non entrare in una cabina elettorale e infischiarsene di esprimere la propria scelta. […] Nelle ultime prove elettorali amministrative e regionali il dato della partecipazione è precipitato sotto la soglia del 50%: una soglia psicologica che segna il distacco tra elettori e la politica, cita il quotidiano La Stampa.

Nonostante questi dati allarmanti, abbiamo la certezza che il voto dei giovani in particolar modo, possa essere determinante per le sorti di un paese.

Infatti, negli ultimi anni, casi lampanti sono stati le elezioni parlamentari 2015 in Grecia, la “Brexit”, le elezioni presidenziali 2016 degli Stati Uniti, le elezioni generali 2016 in Spagna e guardando in casa nostra, anche il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 (riforma Renzi-Boschi), dove il voto dei giovani avrebbe ribaltato o concretizzato i risultati ponendosi come ago della bilancia.

Come riporta questo articolo de Il Sole 24 Ore scritto da Giulia Pastorella: “Il ‘fattore giovani’ ha pesato sull’esito del referendum per la Brexit: l’apatia di coloro che non sono andati a votare ha fatto sì che la campagna del Leave vincesse. Nelle elezioni parlamentari britanniche […] sembra che quegli stessi giovani abbiano imparato la lezione […] Il risultato: il partito labourista, tradizionalmente supportato dai giovani, ha guadagnato quasi il 10% in più di voti rispetto al 2015 e 29 nuovi membri del parlamento, ed è ora in forza per combattere una Brexit non voluta da tanti miei coetanei britannici. Questo improvviso risveglio potrebbe avere conseguenze imprevedibili per la stabilità politica e finanziaria del Paese. […] Il 16% di giovani britannici si è astenuto dall’andare a votare al referendum sulla Brexit avrebbero potuto fare la differenza. Visto il margine irrisorio tra i risultati dei due campi, l’aggiunta di questi voti, tradizionalmente più europeisti, è stata additata come potenzialmente fondamentale. […] Tuttavia, nei 12 mesi tra il referendum di giugno 2016 e le elezioni del giugno 2017 i millennials inglesi hanno acquisito consapevolezza della loro (ir-)responsabilità. Quasi 1.4 milioni di under 34 si sono registrati per votare, ovvero il 22% in più di quelli che si erano registrati prima del referendum sulla Brexit, e il 51% in più di quelli registrati per l’elezione del 2015.”

Negli Stati Uniti, il portale Lifegate afferma: “Un dato inequivocabile arriva proprio dal voto dei cosiddetti “millennials”, ovvero i ragazzi di età compresa tra 18 e 29 anni […] Ebbene, se avessero votato solamente loro alle ultime elezioni, Hillary Clinton avrebbe stracciato il proprio avversario. Il 55 per cento ha infatti scelto la candidata democratica, contro il 37 per cento andato a favore di Trump. Un vantaggio che si riduce ampiamente nella fascia 30-44 (50 per cento contro 42) e che si inverte a favore del miliardario repubblicano dai 43 anni in poi.”

Ultimo ma non per importanza, il caso italiano, il Corriere della Sera riporta: “È tra gli under 35 che, domenica, si è registrato il maggior numero di No: il 68% di loro ha votato contro la riforma Renzi-Boschi, secondo i dati dell’Istituto Piepoli per la Rai, e la percentuale è più alta nei numeri di Quorum per Sky Tg24, 81%. Paradossalmente il leader che si è presentato sulla scena politica con l’intento di rottamare la classe dirigente di lungo corso del suo partito non ha convinto i più giovani […]”.

I ragazzi non si sentono protagonisti nella politica e della politica: lo sentiamo dire fin troppo spesso! Eppure la libertà di espressione, insita in quello strumento chiamato “voto” e la moltitudine di informazioni disponibile sui programmi dei diversi schieramenti politici, ci consente, facilmente, di poter andare a votare in modo razionale, sereno e consapevole.

Recandoci alle urne scopriremo che non è vero che tutti i partiti, i candidati e le proposte, sono uguali, ma anche che ogni singolo voto può fare la differenza!

Secondo l’articolo 1 della Costituzione: “[…] La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”. Ognuno di noi ha, pertanto, il diritto di sentirsi sovrano e come tale ha il dovere di scegliere chi lo dovrà rappresentare!

Per concludere, chiuderemmo con una domanda ai giovani lettori: preferite scegliere o che altri continuino a scegliere per voi?”

giovedì 15 Febbraio 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 16:56)

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