Si chiama Serena Spadavecchia, ha 29 anni ed è andata a Milano per cercare di sfondare nel mondo della musica e non solo. Gli studi come assistente infermieristica da un lato, il lavoro nei locali e in una locanda dove si insegna il mestiere ai ragazzi disabili dall’altro lato. Serena, però, è nota come “Comagatte”, dal nome di una favola che le raccontava la nonna da piccola.
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Rapper diversa dal solito, racconta la realtà di un quartiere diverso, Calvairate, non proprio la “Milano bene”. Il suo ultimo singolo è uscito da qualche giorno e fa rumore: “Le ragazze di Calvairate”, questo il nome del brano, il cui video è stato registrato un anno fa, prima dello scoppio della pandemia.
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"Ho visto il video di M¥SS Keta, Porta Venezia bella sorella, ma ora ci pensa Serena, la situa è diversa", canta la molfettese a Milano, con il chiaro riferimento al brano di M¥SS Keta.
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"Le ragazze di Porta Venezia sono uniche, ma ci siamo anche noi, con la nostra prospettiva. Ciò che desidero è parlare del nostro mondo, fatto di donne forti, coraggiose e curiose", ha spiegato la ventinovenne molfettese a La Repubblica. Donne coraggiose in cerca di riscatto: c’è chi si prostituisce, chi deve crescere i figli da sola, donne in cerca di riscatto.
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Lo stesso riscatto che cerca proprio la molfettese. “Rappavo in dialetto, poi sono arrivata qui per fare il salto – racconta al quotidiano – Milano è la capitale italiana della moda e del business, ma questa è solo una realtà. Il resto sono le zone come la mia. Per me Calvairate è il quartiere più bello del mondo, sto bene qui anche se talvolta vedo episodi di violenza. Questa è la mia casa e me ne prendo cura: durante la pandemia ho organizzato anche qualche attività per i bambini nel nostro grande cortile".
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