Spettacolo

Arteatro, sabato in scena un doppio spettacolo in vernacolo

La Redazione
"Gaggéne" - Cabateatro in due tempi
"U ragù d pulpe" e "Pondalè" saranno protagonisti della serata presso Piazza Paradiso
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Come ogni estate arriva il tradizionale appuntamento con l’Associazione culturale, teatrale e musicale Arteatro, sinonimo da sempre di divertimento assicurato.

Lo spettacolo, cabateatro in due tempi, andrà in scena Sabato 6 Luglio alle ore 20.30 prezzo Piazza Paradiso: “U ragù de pulpe” e “Pondalè” divertiranno sicuramente tutti i presenti regalando momenti comici unici, collegati alla nostra amata città.

U RAGU’ DE PULPE

Sarà una grande gag comica di grande effetto sia interpretativo che scenico. Due amici, interpretati da Sabino Annese e Felice De Trizio, si ritrovano casualmente sul porto durante una passeggiata; si riconoscono appena perché sono trascorsi più di 30 anni da quando ragazzi si divertivano con scorribande e scorrazzate insieme agli altri in riva al mare, nella caletta S. Andrea alle spalle del Duomo.

Gaetano, emigrato in gioventù negli Stati Uniti, è divenuto un ricco imprenditore ed è tornato in Italia per faccende familiari.

Franco, suo amico inseparabile quando erano ragazzi, invece se la passa male perché è stato licenziato dalla azienda in cui lavorava e vive facendo, di tanto in tanto, lavoretti saltuari, mentre quando non ha impegni lavorativi si diverte andando a pesca di polipi con la sua barchetta.

L’incontro ravviva i ricordi di una passata gioventù spensierata e divertente, purtroppo molto diversa dalla cruda realtà odierna. Un momento che sarà il preludio per un’avventura divertentissima.

PONDALÈ

Sketch comico scritto da Felice De Trizio, in scena Franco Todisco, Giuseppe Modugno, Sabino Annese e Felice de Trizio. La storia nasce da una vicenda secondo alcune fonti realmente accaduta nei primi decenni del ‘900 a Molfetta, tempo in cui c’erano il Re, il Podestà, il Comandante della Milizia e i Gendarmi.

C’era anche povertà, malaria, sete d’acqua, sudiciume e fame. Così come non mancava l’ignoranza totale dei contadini, braccianti, pastori e bovari. Di contro, figure come nobili, insegnanti, impiegati, scrivani, preti erano le uniche in grado di leggere e scrivere.

L’episodio, che presenta una situazione comica, è stato poi, dalla penna dell’autore, rielaborato in modo graffiante, ponendo in risalto l’aspetto contrastante fra i contadini ignoranti e l’atteggiamento derisorio e sbeffeggiante di chi, all’epoca, sapeva leggere e scrivere, offendendo la fragilità dei poveri malcapitati.

Pondalè, pastore e bovaro deve fare un documento per il pagamento di nuovi tributi, dopo un sopraluogo del gendarme nella sua stalla; per farlo deve recarsi al Municipio all’ufficio dazio portando con se “afforze afforze i connotati” che però non riesce a trovare; da lì nasce una vicenda comica e paradossale.

mercoledì 3 Luglio 2019

(modifica il 29 Luglio 2022, 2:02)

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