Arriva nella tarda serata di ieri, dopo ore di attesa, il responso della giuria: primo classificato l’atleta italiano Francesco Garofoli. È il settimo trionfo nella categoria sollevamento pesi che lo fa entrare di diritto nella storia.
Una gara lunghissima, intensa e combattuta fino al termine per regolamento. La vittoria era in bilico fra il molfettese e l’avversario americano, il regolamento prevede infatti un rapporto peso alzato – peso corporeo e lo sfidante americano aveva dalla sua un peso inferiore di 12 kg rispetto al dottore molfettese, che poteva togliere al dottor Garofoli l’oro.
“Ho vissuto con cauta fiducia l’attesa – ci confida il dottor Garofoli dal Montenegro, dove si sta svolgendo la 40^ edizione dei Giochi Mondiali della medicina e della sanità, una vera e propria olimpiade dove scendono in pista proprio tutti quelli che lavorano nella sanità, biologi, farmacisti, veterinari, fisioterapisti, medici, studenti delle facoltà scientifiche sanitarie, infermieri, operatori di tutto il mondo – credevo nell’oro, ma i calcoli avrebbero potuto smentirmi. Fortunatamente non è andata così.”
La differenza è pochissima:
“Si non c’è molto scarto, essendo il secondo arrivato 12 kg meno pesante di me. Questo mi metteva dei dubbi sul risultato, ma alla fine è andata bene e sono stato felice.”
A chi dedichi questa vittoria:
“A mia figlia ed a chi ha stima e fiducia in me.”
Nonostante un intervento chirurgico subito, la forza di volontà ti ha permesso di collezione il settimo oro:
“Si, temevo di non poter ritornare in gara. A dire il vero di non poter alzare più pesi, per lo meno a livello agonistico. Ed invece gli allenamenti stessi mi hanno dato la forza psicofisica necessaria per ricominciare a credere in me stesso. Questo è uno dei motivi per cui consiglio ai miei pazienti, potendo, l’attività fisica. Può rigenerare un uomo. Ed in questo credo fermamente.”
Dopo il meritato riposo punterai a riprovare il prossimo anno
“Dopo la fatica di stamane ora non ci sto pensando. Ma conoscendomi, propendo per il sì. Senza alcuna sicurezza però sulla veridicità di quest’affermazione.”