Calcio

Vito e il calcio in carrozzina elettrica: il gol più bello è senza barriere

Pasquale Caputi
Vito Fuzio mentre porta palla
Molfettese di 42 anni, fa parte dell'Oltre Sport Powerchair Football Puglia, una delle tre squadre che in Italia praticano questo sport. E domenica sfida la Basilicata
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Un calcio alle barriere, la voglia di vivere. Lo sport e la vita, oltre ogni difficoltà. Quelli come Vito Fuzio, 42enne molfettese che dall’età di 12 anni è seduto su una carrozzina, sono fenomeni veri.

Vito, condizionato sin da bambino dalla distrofia muscolare di Duchenne, ovvero una delle prima malattie neuromuscolari a essere studiate, è un calciatore. È uno dei sette componenti dell’Oltre Sport Powerchair Football Puglia, una delle tre compagini in Italia che praticano il cosiddetto “power chair football”. È il calcio in carrozzina elettrica, un mirabolante esempio di come si possa giocare a pallone, sempre e comunque.

Come? Con qualche adattamento, certo. Per esempio la paratia, che protegge da urti e contrasti. Si gioca quattro contro quattro con due tempi da venti minuti e non c’è fuorigioco. Ci sono cambi illimitati. Ma esistono i dribbling, gli assist, i calci d’angolo, le rimesse, i passaggi, i gol.

Contro la Power Albatros Basilicata, Vito non ha fatto gol. La sua squadra ha vinto e domenica, al PalaCarrassi, vuole fare il bis. Calcio d’inizio alle 15.30, tanta voglia di divertirsi e magari di entrare nel tabellino dei marcatori. “Mi piacerebbe – racconta Vito – Sarà una bella partita. Noi siamo abbastanza forti, siamo uniti. E l’allenatore ci dà buoni consigli”.

Vito ha sempre amato lo sport, non solo e non tanto il calcio, che pure praticava da bambino. “Mi piaceva – prosegue – mi attraeva, ma non è che lo seguissi molto. Apprezzavo Van Basten e Platini, tifavo per la Juventus, ma andavo oltre. Più di una decina di anni fa ho praticato hockey su carrozzina, che però da noi non è andato molto avanti. Nessuno in Puglia ha avuto la voglia di creare una squadra”.

Ora il calcio, su idea dell’amico e compagno di squadra Donato Grande. Nasce allora l’Oltre Sport, che si allena una o due volte a settimana a Trani. “L’allenamento tutti insieme – dice ancora Vito – è la cosa che più mi piace in assoluto. L’allenatore ci spiega come muoverci, come fare i passaggi. È una bella cosa, ci si diverte e si dimostra che anche noi, che abbiamo difficoltà abbastanza importanti, possiamo fare tanto, non solo nello sport ma anche nella vita”.

Perché è senz’altro questo il messaggio che Vito ha fatto più suo, che lancia ogni giorno con passione e grande voglia di vivere. “Non mi abbandono a me stesso – conclude – e faccio una vita normalissima. Questo sport, poi, mi permette di stare con gli altri, di conoscere nuova gente, dà una grande soddisfazione. In Italia non viene praticato ancora al massimo, sarebbe ora che questo progetto fosse portato davvero avanti”.

Per andare in gol, fare un assist, esultare come un bambino o come un adulto. Scavalcando ogni possibile ostacolo. Nonostante la carrozzina. Altro che Van Basten.

sabato 10 Novembre 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 8:40)

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