Bar-Parigi, andata e ritorno. Ogni santa settimana per dare una mano ai compagni di squadra e per prendere un voto buono a scuola. È la storia speciale di Karamba Touré, difensore francese della Molfetta Sportiva.
Ventitré anni, un passato fugace nel Parma, esperienze anche a Bisceglie e Trani, è approdato a inizio stagione alla corte del “maestro” Mauro Lanza, con cui sta provando a conquistare la salvezza nel campionato di Eccellenza pugliese.
Ebbene, proprio Lanza, tanto contestato e criticato, assurto a esempio di come il calcio, financo in queste categoria, non debba essere pensato e promosso, si è reso autore di un gesto che farà parlare. È stato lui a proporre a Touré di restare a Molfetta, nonostante la sua volontà fosse quella di tornare a Parigi per completare gli studi nell’omologo francese dell’istituto tecnico commerciale.
Tutto nasce a settembre, quando il procuratore di Touré gli fa sostenere un provino nella Molfetta Sportiva. Il provino va bene e il ragazzone entra a far parte della squadra, pur non facendo immediatamente breccia nel cuore di Lanza.
“All’inizio non è stato facile – racconta – Il presidente non ha creduto subito in me, poi un po’ per volta mi ha lanciato nella squadra titolare e ho cominciato a giocare stabilmente”.
A un certo punto però cambia tutto. Come spesso accade, Lanza fa e disfa con naturalezza. In questo caso decide di esonerare l’allenatore Camerino e di accentrare qualunque attività: allenatore, massaggiatore, presidente. Un po’ di tutto. Touré si sente a disagio e chiede di essere ceduto. Qualcuno lo cerca, ma Lanza dice no: il ragazzo non si tocca.
Peccato che la mamma di Karamba non sia d’accordo. “Ha voluto che ricominciassi a studiare – prosegue il giovane – e anche a me è sembrata la scelta più giusta da fare. A 23 anni sono tornato a Parigi per frequentare l’istituto tecnico commerciale”.
Scarpe al chiodo, allora, e obiettivo diploma. Prima del colpo di scena: l’inossidabile Lanza bussa nuovamente alla porta del francese. “Per me il calcio era finito – dice ancora – però un giorno, circa un mese dopo il mio addio, si ripresenta a casa il mio procuratore. Il presidente mi voleva ancora”. Mamma Salematou è perplessa ma dà il suo imprimatur. Purché la società consenta al figlio di studiare. Lanza accetta. E soprattutto accetta l’idea della staffetta. Parigi-Bari per giocare la domenica. E Bari-Parigi per studiare. Tutto a sue spese.
“Si tratta di una dimostrazione di fiducia – spiega Karamba – e sono tornato anche per questo. Lui è un personaggio strano e spesso ci spinge a fare a modo nostro. A prescindere da tutto, siamo un bellissimo gruppo, un team di amici”. Anche se la classifica non sorride alla Molfetta Sportiva, ultima con 11 punti e due sole vittorie. Di certo Touré si impegna pure a distanza, grazie a un programma personalizzato cucitogli addosso ai tempi del Parma e riutilizzato oggi.
L’Italia gli piace, qui vorrebbe tornare stabilmente, anche se non mancano episodi controversi e deprecabili: i purtroppo classici insulti razzisti che ogni tanto fanno capolino sul terreno di gioco.
Karamba, al di là di questo, ha accettato la sfida dello studio. “Vediamo come andrà l’anno scolastico – conclude – e poi deciderò. Se riuscirò a prendere il diploma, tornerò in Italia. A Molfetta? Chi lo sa”. Meglio vivere giorno per giorno, un libro dopo l’altro.