Attualità

Molfetta vista da fuori: le parole di chi torna a casa

La Redazione
Giuseppe Facchini
Il racconto di un Giuseppe, nostro lettore ormai lontano dalla nostra città
scrivi un commento 2807

Com’è Molfetta? Quali sono i suoi pregi e difetti? Cosa pensano della città i “figli di Molfetta” che, per un motivo o un altro, lavorano a centinaia, se non migliaia, di chilometri da casa?

L’abbiamo chiesto a un nostro lettore. Giuseppe Facchini, 29 anni, lavora a Parma da 7 anni. Professione giornalista, a settembre si trasferirà a Bologna. Torna a Molfetta per le vacanze, ecco come l’ha trovata.

Una città viva, in fermento e con tante potenzialità ancora inespresse, nonostante i soliti difetti. È così che appare Molfetta agli occhi di chi, come me, è ormai da qualche tempo abituato a vederla solo un paio di volte all’anno.

Probabilmente non tutti i miei amici saranno d’accordo, lo so già. Ad ogni rientro mi tocca infatti ascoltare sempre le solite lamentele (“non c’è niente da fare” in primis), constatando però, attraverso i fatti, che non è per niente così. Che a Molfetta ci sono un sacco di “cose da fare” e che la città, soprattutto negli ultimi anni, sta cambiando molto e in meglio.

Iniziative culturali, eventi per tutti, concerti, spettacoli, diversi nuovi locali (non soltanto sul mare) e un centro storico finalmente all’altezza: insomma, su Molfetta in tanti hanno deciso di credere ed investire. E risultati si vedono.

Certo, il mio può sembrare un giudizio poco attendibile, sbilanciato in suo favore soltanto perché questa è la mia città. È la mia terra. Fossi nato al Polo Nord penserei: al diavolo il mare e i colori della campagna. Non c’è niente di meglio del ghiaccio, della neve e degli iglù. Però, potendo fare di tanto in tanto il turista in casa, credetemi: Molfetta è meglio di quanto possa immaginare chi, vivendola quotidianamente, dà tante cose per scontato.

Non molto tempo fa, proprio su questo giornale, un bell’articolo di Angelo Ciocia parlava ad esempio dei numerosi molfettesi, giovani e over, che decidono di restare in città durante i weekend. L’ho letto ed ho pensato: bene, allora non sono l’unico ad essersene reso conto. Non sono l’unico ad avere questa impressione. Ed è una cosa di cui essere contenti, un motivo in più per guardare oltre le solite pippe mentali del tipo: a Bisceglie fanno questo o a Giovinazzo c’è quello.

Non solo. Pur vivendo lontano da quasi sette anni, ogni volta che mi capita rivendico sempre con grande orgoglio le mie origini, sentendomi dire di solito tre le cose: ah, Molfetta, la città di Caparezza (quando il mio interlocutore è settentrionale); ah, dove c’è l’outlet (in caso di meridionali); ah, bella Molfetta (quando parlo con qualcuno che davvero c’è stato). Già, anche questo potrà sembrare strano ai miei amici malfidenti (ma tutti simpaticissimi eh), però è così: Molfetta è una cittadina che piace. E la conferma l’ho avuta persino in due o tre occasioni nelle quali sono venuti a trovarmi delle persone (ragazze comprese, ma fatevi i fatti vostri) durante le ferie estive trascorse nei luoghi a me più cari. Luoghi che qualche volta mi è capitato di attraversare da solo, pensando proprio a come stiano cambiando (in alcuni casi molto velocemente) e a come possano ulteriormente migliorare. Ad esempio il lungomare. Al di là di quella cattiva abitudine estiva dei bevitori di birra che lasciano bottiglie vuote dappertutto (e anche io sono un amante della birra, ma porca miseria dopo l’ultimo sorso il vetro lo conferisco dove dovrebbe e non mi è ancora venuta una paralisi alla mano!), potrebbe diventare ulteriormente un posto di ritrovo e non solo di passeggiate come avviene da altre parti (magari con qualche cestino in più, ad onor del vero). Oppure le spiagge: guardare verso Molfetta dal mare è uno spettacolo! Ma manca qualcosa, manca un po’ più di attenzione. E la colpa è soprattutto degli incivili, con la complicità, però, di chi si alterna nella stanza dei bottoni: finora, che io ricordi, non è stato fatto un granché per i nostri litorali. O se è stato fatto…alzi la mano chi se n’è reso conto.

Stesso discorso per alcune zone periferiche, spesso apparentemente dimenticate, per i venditori abusivi ad ogni angolo e per quella benedetta differenziata che qualcuno non riesce ancora ad applicare bene, manco gli si chiedesse di risolvere una serie di equazioni algebriche prima di dividereumido e carta.

Se di fianco ai tanti pregi di Molfetta ci sono sempre gli stessi difetti, è un po’ anche colpa dei molfettesi. Ma non di tutti, sia chiaro: se c’è un’altra cosa che noto tutte le volte che “scendo”, infatti, è il numero sempre più alto di concittadini consapevoli, attenti. Che hanno colto il potenziale di Molfetta e che si stanno impegnando, ognuno a suo modo, per renderla sempre più accogliente e vivibile.

Alcuni problemi non scompariranno sicuramente con uno schiocco di dita (e non apro alcun capitolo sul lavoro che per tanti rimane una chimera, la questione in questo caso sarebbe ben più ampia), ma da molfettese fuorisede penso si stia prendendo la strada giusta. Molfetta, per dire, mi ha pure aiutato per fare bella figura con quelle persone, di cui sopra, che sono venute a trovarmi da queste parti. Ragazze comprese, sì. Ma fatevi comunque i fatti vostri.

lunedì 28 Agosto 2017

(modifica il 29 Luglio 2022, 23:59)

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
donato panunzio
donato panunzio
6 anni fa

fa piacere leggere che una persona venuta da fuori legga il cambiamento di molfetta ma da abitante che frequenta la città ogni giorno dell'anno nevede talmente pochi ed in ritardo rispetto ai paesi limitrofim molfetta è una città a se con un'amministrazione a se che malgrado i cambi governi cittadini, che siano di destra che di sinistra nn cambiano mai una linea mantenendo sostanzialmente tutto inalterato e basta paragonare le città vicine dove tutto è cresciuto, inclusa la demografia con la nostra che negli ultimi decenni ha avuto una contrazione demografia, sarà colpa di una mancata crescita economica o del molfettese maleducato lasciato libero di fare ciò che vuole senza controlli, è vero, c'è un bellissimo mare ma nn supportato dai servizi e diventa difficile pure accedervi, ed altro.

Zio Giuppo
Zio Giuppo
6 anni fa

Eheh, caro amico,la tua è una bella e romantica visione del posto in cui sei nato,cresciuto….la realtà è ben diversa….il ritardo culturale del molfettese è abissale e le nuove generazioni sembrano essere prive di quegli stimoli giusti per il salto di qualità!
Ci aspetta ancora un decennio di bottiglie di birra gettate sulla scogliera,escrementi di animali da scansare sui marciapiedi,buoni benzina offerti in cambio del voto,”chissenefrega” almeno faccio 20euri di gasolio gratis,cumuli di spazzatura nei campi,e tanto altro ancora….
Il compito di ogni cittadino dovrebbe essere rispettare il prossimo e l ambiente in cui vive e tramandare ai piu giovani l insegnamento….siamo troppo lontani ancora…

Giuliana germinario
Giuliana germinario
6 anni fa

Ê un piacere leggere parole di chi vede oltre i soliti luoghi comuni e parla con cognizione e in modo costruttivo e non come ormai va di moda, criticando tutto e lamentandosi a prescindere … La voglia di fare e di costruire c'è ed è silenziosa perchè chi fa non ha tempo di lamentarsi e per fortuna oltre il chiasso delle lamentele ci sono tanti molfettesi che si rimboccano le maniche e fanno !!! Bella Molfetta nostra <3

Alberto Abbattista
Alberto Abbattista
6 anni fa

Vivo a Torino da 12 anni non tornerei a Molfetta neanche se mi pagassero oro!!! Una vita molfettese fatta di falsi miti e promesse al vento…mai più a Molfetta!!