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“Annunciare la gioia del Vangelo ai giovani”

La Redazione
Il vescovo
Seconda lettera pastorale di Mons. Domenico Cornacchia alla diocesi
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É stata pubblicata la seconda lettera npastorale del vescovo Domenico Cornacchia alla diocesi di nMolfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, che ha per titolo “Annunciare la ngioia del vangelo ai giovani”, in continuità con la prima “Annunciare lan gioia del Vangelo in famiglia”.

In essa il vescovo traccia le linee di impegno per questo anno che ci prepara al Sinodo sui giovani, indetto da Papa Francesco.

Essa si compone di 17 paragrafi, in cui si inquadra il mondo e i nmondi giovanili e il coinvolgimento dei giovani nella pastorale; si nrichiamano i luoghi e i modi dell’educazione dei giovani, quindi si nindicano alcune scelte da compiere nella prassi, da parrocchie, nassociazioni e movimenti, nonché gli appuntamenti forti fissati in nquesto anno dal Sevizio diocesano di Pastorale giovanile, con una peculiare attenzione al discernimento vocazionale.n Il documento si completa con la relazione inviata alla Segreteria ngenerale del Sinodo in seguito all’indagine diocesana fatta in estate, an partire dalle domande del documento preparatorio.

«Con grande capacità analitica ed empatica, il vescovo riconosce da nsubito due rischi: il primo è che il periodo della gioventù possa esseren troppo ristretto o allargato (è, invece, una fase della vita ben nprecisa, in cui ci si allena a fare scelte consistenti per approdare nall’età della piena maturità); il secondo è che i giovani vengano nconsiderati solo destinatari dell’opera di evangelizzazione della nChiesa.
L’obiettivo della lettera pastorale, utile a tutti i nresponsabili della formazione dei giovani (siano essi dentro e fuori le nparrocchie, in contesti laici, in spazi fisici o virtuali), è esortare nall’incontro con Gesù, inesauribile fonte di gioia.

Risulta efficacen l’icona scelta per accompagnare questo testo: il giovane discepolo namato da Gesù, Giovanni, già proposto nel documento preparatorio al nSinodo e caro anche a don Tonino Bello, vero e proprio modello npastorale, del quale la diocesi si prepara a celebrare il 25° della nmorte (20 aprile 2018); ad esso la lettera dedica un importante nparagrafo.
Come Giovanni, ogni giovane dovrebbe essere accompagnato an fare esperienza di un amore più grande, per essere capace di slanci nsignificativi e scelte solide. Se l’odierna società porta a vivere come ncontinui erranti, alla Chiesa (custode della Verità) spetta il compito ndi generare nei giovani fiducia prima verso la vita e di conseguenza nverso il futuro.

Consapevole che internet abbia stravolto il modo din comunicare, interfacciarsi, stringere e mantenere relazioni, Mons. nCornacchia sottolinea la necessità di riattivare i rapporti ninterpersonali nelle famiglie e nei luoghi di incontro. L’inconsistenza ndella vita virtuale, spesso usata come rifugio per inseguire felicità e nbenessere illusori, finisce per riversarsi in quella reale, fatta anche ndi fatiche, ostacoli, difficoltà e delusioni che, tuttavia, nirrobustiscono sogni e progetti di vita. Per fare scelte importanti, nperciò, è decisivo collegare mente e cuore, ragione e sentimenti, per nstabilire ciò che rende felice e ciò che ostacola il pieno nraggiungimento della maturità.

Siamo nomadi per vocazione, scrive nMons. Cornacchia, definendo il cammino come l’immagine propria del ncristiano. Bisogna insegnare ai giovani a mettersi in ricerca, andare navanti, non stancarsi, ma soprattutto far capire che aver fede significan mettersi nelle mani di Dio e non collezionare esperienze, anche diversen e dissociate tra loro.
Forse il disagio peggiore di questi tempi è nl’imbattersi continuo in esperienze sempre nuove e sempre varie che, nmesse insieme, non aiutano a ricomporre il disegno pensato per ciascuno,n ma rappresentano scarabocchi esistenziali difficili da interpretare, din cui però si finisce per accontentarsi, perché di meglio non c’è.

nL’esortazione più bella che Mons. Cornacchia rivolge in questa lettera npastorale è stare accanto ai giovani, accompagnarli a riscoprire nanzitutto i benefici del silenzio per leggersi all’interno di un nprogetto nel quale agisce lo Spirito Santo. Solo così è possibile noffrire a questi “ricercatori di senso” testimoni autentici e credibili en supportarli per un discernimento spirituale e vocazionale, per far loron comprendere la direzione della vita. È questo un processo dinamico e ndelicato, che richiede pazienza, tempo e affidamento. L’accompagnamento nè, come dice il nostro Vescovo, un’arte.» (dalla presentazione di nSusanna M.de Candia su Luce e Vita dell’8/10/2017).

La lettera è disponibile nelle parrocchie o presso la redazione di Luce e Vita.

venerdì 13 Ottobre 2017

(modifica il 29 Luglio 2022, 22:22)

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