Attualità

Tradizione del cucito e artigianato di comunità, arrivano “Le Titine”

Adriano Failli
Il gruppo "Le Titine" in azione
L'idea di Annalia Solimini, molfettese, laureata in giurisprudenza, che ha provato a scommettere sulla semplicità del prodotto fatto in casa, portato in un brand fresco e innovativo
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Il richiamo alla tradizione del cucito e della tessitura, portato in un brand fresco ed innovativo. Da questo semplice principio, nascono “Le titine”, un brand made in Molfetta che vuole riscoprire la semplicità e la bellezza del prodotto fatto in casa.

“Le Titine sono un brand di accessori per bambini e un progetto di artigianato di comunità, con una forte matrice identitaria che affonda le sue radici non solo nella riscoperta della bellezza e del senso della cura ma anche nel connubio tra innovazione e tradizione, rileggendo in chiave moderna antichi saperi manuali che hanno caratterizzato da sempre il tessuto produttivo locale, ma che per troppo tempo sono stati confinati, nel caso del ricamo e del cucito, a contesti domestici” queste le parole di Annalia Solimini,molfettese, laureata in giurisprudenza con abilitazione in consulenza del lavoro, che ha provato a scommettere sulla permanenza nella propria città, puntando su questa idea apparentemente lontana dal suo campo professionale.

“Per strutturare il mio progetto mi sono messa alla ricerca di competenze manuali pregiate – prosegue – Ho incontrato diverse storie e oggi le Titine vengono alla luce grazie alla collaborazione di un gruppo di splendide mamme che realizzano, con grande cura e meticolosità, corredini per bambini, proprio come le nostre nonne hanno sempre fatto dietro una finestra, in una viuzza del paese, in attesa del lieto evento”.

Per quanto riguarda il futuro, non ci si pone limiti, ma anzi, si vuole puntare a valorizzare ancor di più questi prodotti. Il prossimo passo sarà la nascita di un temporary shop, parallelamente si lavora invece per provare a dare una speranza a donne e mamme detenute, per chi una volta fuori dal carcere potrebbe rischiare una forte emarginazione sociale a causa di mancanza di competenze lavorative.

“Mi ha sempre appassionato l’idea della responsabilità sociale di ciascuno e del dovere morale verso l’altro – ci svela Annalia – con la convinzione che il buono, il giusto e l’utile possano coesistere e coincidere, alimentandosi reciprocamente. Insomma, il prossimo obiettivo, incrociamo le dita, sarà una linea fatta con amore e dignità”.

Il pensiero finale, va invece al senso globale dell’attività, al ruolo “politico” che questo tipo di idee e realtà professionali possono avere.

“Mi piace pensare che questa iniziativa possa essere collocata nel solco di quanto è stato sperimentato in termini di politiche pubbliche dal nostro compianto concittadino Guglielmo Minervini nel corso del suo mandato di assessore regionale. Si è tentato con quella esperienza di stimolare, promuovere e valorizzare la creatività giovanili, specie in relazione alle peculiarità delle tradizioni e dei saperi espressi dalle comunità locali. Essendomi affacciata all’impegno civile durante quella fase ne ho mutuato lo spirito e cerco ora, nei limiti delle mie possibilità, di farlo vivere in questo cimento in cui mi sono lanciata, nella convinzione che Guglielmo mi avrebbe dato il suo paterno sostegno”.

venerdì 17 Novembre 2017

(modifica il 29 Luglio 2022, 20:46)

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