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Avis, Fidas e Fratres, il grande lavoro delle associazioni donatori molfettesi

Alessia Sciancalepore
Donazione di sangue
Molfetta risulta essere una delle città più attive nel campo delle donazioni nel barese
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Cinque milioni di globuli rossi, poco meno di novemila globuli bianchi, quasi trecentocinquantamila piastrine e il plasma.

Tutto ciò, contenuto in un solo piccolissimo millimetro cubo di sangue. Stilla di vita, componente imprescindibile del nostro corpo, il sangue è un elemento “self made” dell’uomo, dunque non riproducibile in laboratorio. È proprio per questo che prende forma la “cultura della donazione”.

La nostra città è particolarmente attiva su questo fronte, anche a detta del direttore generale dell’Azienda barese Vito Montanaro il quale ha dichiarato in una articolo de “la Repubblica” che: “Il nostro è un territorio ad elevata potenzialità conferitiva, specie in alcune zone, come Molfetta che dà sempre il contributo più alto in termini di donazioni”.

Il merito di questo instancabile lavoro va a tre associazioni presenti sul nostro territorio: l’Avis, la Fidas e la Fratres.

Il loro impegno nella nostra città ha dato slancio alla solidarietà ed i risultati sono tangibili. Pur non essendo calcolabili definitivamente i risultati dell’anno corrente, in quanto non ancora terminato, è possibile farne una proiezione che, come spiega Corrado Camporeale, presidente della sezione Fidas di Molfetta, è positiva, poiché si registra qualche migliaio di unità in più rispetto al 2016. Anno in cui le donazioni hanno raggiunto un picco considerevole nel mese di luglio, in seguito all’incidente ferroviario tra Corato e Andria. Infatti, come specifica il dott. Giovanni Gadaleta, presidente della Fratres Molfetta, in questa occasione la cittadinanza ed i paesi limitrofi sono accorsi numerosi nei centri appositi.

Nello specifico lo scorso anno sono pervenute 725 donazioni alla sezione Fidas di Molfetta e 3027 per quanto concerne l’Avis.

A questo va aggiunto che, così come riscontrato da tutte e tre le associazioni, sono più gli uomini a donare che le donne; la Fratres attesta infatti il 65% di donazioni maschili a fronte del 35% di quelle femminili. Il che è legato, però, ad una questione puramente matematica: le donne possono donare meno (solo due volte all’anno) degli uomini (quattro volte all’anno).

Il dato che però risulta increscioso, come lo definisce Cosimo Gadaleta, presidente della sezione Avis di Molfetta, è quello legato all’età media dei donatori. La fascia d’età compresa tra i 40/45 anni, fino ai 60 anni è quella che non solo dona di più ma lo fa anche con maggiore frequenza. Il che è paradossale se si considerano le infinte potenzialità che i giovani potrebbero avere in quest’ambito.

Il fulcro della questione è proprio questo: sensibilizzare e spronare. Molte sono le iniziative già promosse dalle tre associazioni, si pensi per esempio agli incontri informativi che l’Avis organizza nelle scuole e che sono legati all’alimentazione, perché “mangiare bene – afferma Cosimo Gadaleta – significa stare bene e, chi sta bene, può donare”. Si pensi alla collaborazione che la Fidas ha instaurato con l’ADMO, con l’AIDO ed altre associazioni presenti sul territorio di Molfetta. Oppure alle iniziative sportive e ai corsi di formazione per il primo soccorso promosse dalla Fratres.

Donare è un gesto semplice, ma carico di infinite possibilità, solo comprendendo il profondo valore di questo gesto, riusciremo ad essere realmente solidali.

domenica 19 Novembre 2017

(modifica il 29 Luglio 2022, 20:46)

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