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Valerio, Maria, Dino, Roberto. Storie di presente precario

Antonio Aiello
Precari
Lavori poco stabili ma tanta voglia di avere un futuro
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“Seconda stella a destra, questo è il cammino. E poi dritto fino al mattino… poi la strada la trovi da te”. Questo brano di successo di Edoardo Bennato è uno dei cavalli di battaglia di Valerio, un giovane della nostra terra, laurea in biotecnologie agricola e alimentare conseguita all’università di Bari e con la passione della musica.

Da poco ha passato la trentina in cerca di un lavoro stabile per quello che ha studiato e per cui si è brillantemente laureato. Nel suo post-laurea lavori come animatore, per un breve periodo, nei villaggi e attualmente cantantemusicista sulle navi da crociere, ma senza un contratto stabile che disegni un futuro incerto.

La storia di Valerio è la stessa di Maria, Dino, Roberto e di centinaia di giovani della nostra città, che il destino o la mancanza di occupazione ogni stagione, che sia estiva o invernale, porta ad emigrare con un contratto stagionale e senza un futuro roseo.

Questi ragazzi lavorano come musicisti, camerieri, cuochi, animatori nei villaggi o semplicemente tuttofare nei posti di villeggiatura in cerca di guadagno per non essere di peso ai propri cari o semplicemente per mettere qualche soldo da parte per costruire un futuro che forse non ci sarà.

“Ho cominciato nel 2015, l’anno dopo aver conseguito la laurea triennale in Biotecnologie agricole e alimentari. – ci racconta Valerio – All’estero è possibile trovare lavoro anche con una laurea triennale, mentre in Italia diventa più difficile. Per fortuna ho sempre avuto una grande passione per la musica, assieme ad una grande dedizione per lo studio dello strumento e, avendo alle spalle un buon numero di concerti ed esperienze, mi sarebbe piaciuto provare a lavorare come musicista in una struttura turistica. Quindi ho firmato un contratto con una nota azienda turistica italiana.


Valerio come si svolgeva la tua attività nei villaggi?
La realtà è stata peggiore delle mie aspettative perchè la mansione di musicista, per la quale ero stato ingaggiato, era quasi diventata marginale perchè il tempo e le energie erano investiti nelle diverse attività da villaggio. Una bella esperienza, ma con orari massacranti, poco riposo e lontana dall’essere “trattato” da musicista.

.. .Poi sei passato su navi e hotel a fare il musicista
Nell’epoca di Internet, YouTube e Instagram non è più possibile fare a meno di un solido materiale promozionale virtuale. Quindi, tornato da quella esperienza, ho cominciato ad allargare il mio repertorio internazionale e a registrare video per poter dare un’idea di ciò che suonavo e cantavo dal vivo. Dopo mesi e mesi di studio, momenti di sconforto, con tenacia e fiducia sono stato contattato da un’agenzia londinese con la quale ho lavorato per due anni. Ho avuto la possibilità di suonare in hotel e resort meravigliosi (Mallorca, Rodi, Thailandia) e con un trattamento assolutamente migliore rispetto al mio primo contratto italiano. Orari di lavoro rispettati da contratto, paga assolutamente più dignitosa, rispetto delle regole e possibilità di vivere una bella esperienza di lavoro con ragazzi provenienti da tutta Europa (e oltre).

Se Valerio, in parte, ha trovato una sua dimensione, Maria, invece,con diploma di ragioneria vive con quello che il mercato gli offre. “D’inverno ho lavorato al Nord come cameriera in un albergo di Livigno, grazie al fidanzato di una mia amica che faceva il cuoco. Anche lei lavorava in quell’albergo, poi con la maternità e il ritorno a Molfetta, ho preso il suo posto con un contratto di pochi mesi. Speravo di essere chiamata a Tropea in un villaggio come barista ma per il momento niente. Sarà la prima estate senza lavoro. Spero che qualche amico mi chiami da qualche posto turistico per lavorare un po’. Sai, spesso, nascono amicizie, fra noi c’e il passaparola. Le valigie sono pronte, spero nella buona stella”.

Roberto e Carla lavorano per lennesimo anno in un villaggio, “Facciamo di tutto per poter coronare il nostro sogno di comprare una casa a Molfetta e aprire un’attività nella nostra città. Per realizzare questo dobbiamo mettere dei soldi da parte, non avendo un reddito fisso, le banche non è che ci offrano buone prospettive. Noi vogliamo cavarcela da soli. Sono dieci anni che girovaghiamo per l’Italia, dove ci offrono lavoro,abbiamo fatto di tutto ci confida Roberto – dal cuoco al pizzaiolo mentre lei ha lavorato come cameriera e lavapiatti nonostante siamo entrambi diplomati. Siamo sfiduciati per quello che ci offre la nostra città.

Sono piccole storie di ragazzi che abbiamo incontrato con voglia di lavorare. Si accontentano ma ci sono altre storie che ci hanno segnalato.

Ragazzi che lavorano in Inghilterra nei sobborghi di Londra, in Spagna, Belgio e in Germania. Un dubbio ci assale, mentre si parla di accoglienza: per i giovanimolfettesiè nata una nuova fase di emigrazione?

venerdì 20 Luglio 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 11:41)

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