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I due mesi neri di Molfetta dopo il lockdown

La Redazione
Incidente sulla SP 112
Arresti, incidenti, incendi, risse, spari e tre vittime. Un'estate calda, forse troppo
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Gli ultimi due mesi non saranno certo da ricordare per Molfetta. Il periodo post quarantena è stato caratterizzato da una quantità innumerevole di episodi di cronaca nera.

Dieci settimane dopo la prima riapertura del 4 maggio e a sei settimane dal fatidico 3 giugno, in città pullulano episodi tutt’altro che abituali.

Subito dopo il lockdown Molfetta si è ritrovata a piangere tre persone vittime di tragici incidenti. Dario Minervini, morto dopo aver lasciato la propria auto in una piazzolla di sosta autostradale in Umbria, Adriano de Robertis, giovanissimo molfettese travolto mentre faceva running e morto dopo settimane di sofferenze, infine un uomo mentre attraversava un binario in stazione. Caduto, ha perso la vita

Capitolo incidenti. Tanti. Una strana carambola tra tre auto ha “animato” lo scorso weekend sulla SS 16, mentre le provinciali sono tornate pericolose come una volta: due auto si sono ribaltate sulla SP112, la nota Molfetta-Terlizzi, mentre un’auto, in piena notte, ha impattato nei pressi della compagnia dei carabinieri a due passi dalla litoranea che collega Molfetta e Giovinazzo.

Grande protagonista di questi incidenti l’alta velocità: beccato, e multato, a Molfetta un uomo che viaggiava a 188 km/h sulla SS16 bis lo scorso 27 maggio.

Auto e tragedie sfiorate: un bambino è stato investito in via Madre Teresa di Calcutta, mentre una ragazza viene travolta, in via Galilei, da un pirata che fugge e viene successivamente individuato.

Aumentano anche i furti. E non solo di appartamenti. Autovetture, persino defibrillatori.

Finita qui? Non ancora. Sono tornati gli incendi: a bruciare auto a rione Paradiso, nella 167 e nei pressi della nuova zona mercatale.

La fine del lockdown ha consegnato alla città scene di violenza, degenerate il più delle volte. Risse tra giovani, come quella in villa comunale o a due passi dalla porta d’ingresso nella città vecchia.

C’è una lite familiare alla base dell’arresto di un giovane molfettese: per placare la diatriba tra una madre e un figlio, i carabinieri arrestano quest’ultimo perché in possesso di alcune dosi di droga e cospicue quantità di denaro. Arrestato anche io responsabile di alcuni scippi a Molfetta e nei comuni limitrofi avvenuti nei giorni immediatamente successivi all’allentamento delle misure restrittive.

Episodi che sono solo l’apice di una violenza che è sfociata in dei colpi di pistola contro un portone in via dei Salesiani. Infine i 5 colpi di pistola ieri nel rione Paradiso poco dopo l’ora di pranzo.

Episodi di cronaca nera a cui ci eravamo disabituati durante il lockdown. Episodi che sono, numericamente, aumentati di molto quando si è acquisita una maggiore libertà. Un’estate calda. Molto calda. Forse troppo.

lunedì 13 Luglio 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 12:40)

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