Cronaca

Le marinerie protestano, arrivano i primi risultati

La Redazione
Un gruppo di pescatori molfettesi a Roma per protestare contro l'aumento sproporzionato delle sanzioni
Trapela soddisfazione dai pescatori molfettesi, che nei giorni scorsi erano stati a Montecitorio per contestare l'aumento sproporzionato delle sanzioni
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La grande manifestazione di protesta che nei giorni scorsi ha unito le marinerie di tutta Italia inizia a dare i suoi frutti.

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Almeno questo è quanto filtra, con fiducia, dall’ambiente dei pescatori molfettesi, che hanno contestato, ai piedi di Montecitorio, la legge 54 del 2016. Una legge che dispone sanzioni assai salate, fino a 150mila euro, per chi cattura pesci sotto misura. Una legge che prevede altresì pesanti provvedimenti, considerati per nulla commisurati alla gravità dell’infrazione.

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Nello specifico, è notizia di ieri, sono stai stanziati subito 17milioni di euro per la cassa integrazione e tutte le forze politiche hanno chiesto la modifica della 154, con l’apertura immediata delle commissioni.
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nIn discussione ci sono anche gli aumenti per la pesca occasionale, il no all’aumento delle quote tonno a chi già  le possiede. E a giorni infine dovrebbe essere comunicato lo sblocco dei soldi dei fermi pesca retroattivi.

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Al sit in, che aveva avuto luogo in tutta Italia, avevano partecipato circa 30 molfettesi. E le conseguente del blocco si erano già fatte sentire dopo una settimana di mobilitazione delle marinerie, al punto che era risultata più che dimezzata la disponibilità di pesce pescato.

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«La protesta iniziata nel periodo della Quaresima, proprio quando crescono i consumi di pesce – aveva denunciato Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia – aumenta esponenzialmente il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture prodotto straniero o congelato. Il settore soffre la concorrenza sleale del prodotto importato dall’estero e spacciato come italiano, grazie all’assenza dell’obbligo di etichettatura dell’origine. Di assoluto rilievo i numeri del pescato in Puglia, il cui valore economico è pari all’1% del Pil pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 1.500 imbarcazioni, 5.000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi».

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martedì 7 Marzo 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 5:54)

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