Domenica 19 marzo si è tenuta presso la sala “B. Finocchiaro”, la presentazione del libro “L’eco di un trombettista” di Antonio Valerio Gadaleta, affiancato da Giuseppe de Robertis, dell’associazione “Passione e Tradizione”, e dal preside M. G. Azzollini.
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Nel cuore di un qualunque molfettese c’è sempre il ricordo e l’ansia di attesa per la Settimana Santa. Ci si affaccia sulla muraglia, ci si disperde tra corso Dante per ascoltare il “titè”: simbolo del lamento della Vergine alla scomparsa del figlio.
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Un suono, accompagnato dalla bassa banda, che richiama l’attenzione degli astanti e raccontato, perché sperimentato in prima persona, da Antonio Valerio Gadaleta nel suo libro “L’eco di un trombettista”.
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“Il libro è uno scrigno prezioso di ciò che rappresenta e affascina noi molfettesi in questo momento di Quaresima. Lo stesso titolo è misterioso perché non svela il contenuto dell’opera”, dichiara G. De Robertis.
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“Il testo è suddiviso in tre parti – precisa l’autore – La prima sezione è un racconto personale diviso in due momenti che riguardano il Venerdì Santo, giorno della Quaresima venerato da tutte le città d’Italia, e il Mercoledì delle Ceneri, vera particolarità di Molfetta e notte della processione della croce; la seconda sezione è storica, la terza è una galleria fotografica”.
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È l’esperienza personale dell’autore ad essere raccontata. Nella silenziosa notte, tra i bisbigli della gente e migliaia di occhi puntati sulla banda, non si può sbagliare quel suono.
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Lo scrittore e suonatore di tromba si dichiara l’ultimo di una importante stirpe. L’eco a cui fa riferimento è quello delle sue sensazioni vissute, le stesse dei musicisti suoi predecessori.
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Note che lo rendono partecipe di un’antica tradizione: un suono lontano, atavico, semplice ma intriso di ansia, paura, complessità per i significati che trascina e porta dentro sé.
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Note che congiungono il musicista e gli ascoltatori a quel momento distante e a quel preciso istante in cui Maria si disperava in un dolore eterno.
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