Politica

Dalla partecipazione popolare alle dimissioni di Renzi. Il commento dei politici molfettesi

La Redazione
Antonio Azzollini durante il voto
Pasquale Mancini: "Da Molfetta il dato più basso della provincia. La città deve tornare a vincere anche in termini di partecipazione popolare"
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Ha vinto il no. E lo sanno tutti. Così come tutti sanno, ed era prevedibile, che l’esito del referendum che ha chiamato alle urne il 60% degli italiani aventi diritto di voto, ha prodotto un terremoto politico. Renzi ha annunciato le dimissioni, oggi “salirà” dal Presidente della Repubblica Mattarella per ufficializzarle e si aprirà una nuova pagina della storia politica italiana.

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Molti sono i politici molfettesi che hanno commentato, soprattutto sui social network, l’esito del voto. Alcuni l’hanno fatto in chiave squisitamente molfettese, altri badando all’effetto nazionale del voto.

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Antonio Azzollini

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Prima ancora che fosse chiaro l’esito del voto, quando ancora si parlava di exit poll, Antonio Azzollini era intervenuto in diretta su Telenorba. Non si era soffermato sulla vittoria del no, prudentemente, ma sull’affluenza era stato ben più chiaro. “Il popolo ha sentito la responsabilità della scelta – aveva detto – e ha partecipato al voto. È un buon segnale per la democrazia”.

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Pasquale Mancini

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Concetto simile espresso da Pasquale Mancini, che ha definito la percentuale di votanti “il risultato più bello”, espressione di una “grandissima voglia di partecipazione popolare”, salvo poi entrare nel merito della situazione molfettese.

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“Ok – ha detto – bella affluenza, Renzi al Quirinale, domani la reazione dei Poteri. Il modo migliore per contribuire a cambiare le cose è impegnarci. Ognuno nella sua dimensione. Ripartiamo di qua. Io penso a Molfetta, che ha avuto il dato più basso della provincia, e che anche in termini di partecipazione popolare deve tornare a vincere”.

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Antonio Di Gioia e Antonello Pisani

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Hanno commentato la vittoria del no Antonello Pisani, fresco di presentazione della sua lista civica, e Antonio Di Gioia, fresco di nomina a segretario cittadino del Pd. “Noi abbiamo combattuto per un’idea”, ha detto quest’ultimo facendo riferimento anche al discorso di Renzi.

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“Dopo un Si alla Riforma, e non a Renzi- ha detto Pisani – un sì ancor più convinto alle sue dimissioni. Tutti a casa. Ridate la parola al Popolo Sovrano”.

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Renzi e partecipazione della gente

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E se Giulio Germinario, del Pd, avrebbe preferito che Renzi si dimettesse da segretario del Pd, e non da premier, in ordine sparso molti altri hanno commentato la partecipazione popolare. Da Paola Natalicchio e Bepi Maralfa, fino a Nicola Piergiovanni.

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Oggi sicuramente ci saranno molte altre reazioni. A maggior ragione dopo che sarà chiaro il percorso scelto dal Presidente Martella per individuare il dopo Renzi.

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lunedì 5 Dicembre 2016

(modifica il 30 Luglio 2022, 8:18)

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Salvatore Azzollini
Salvatore Azzollini
7 anni fa

In pratica si è votati per mandare a casa Renzi,,il popolo di pecore italiano ha deciso, ora i furbetti del cartellino possono continuare a lavorare, ora 1000 personaggi a Roma continueranno a percepire 30000 euro al mese ( e la pecora continuerà a prenderne 1000),io determinate medicine devo andare al nord a prenderle perchè al sud non vengono distribuite, mandare a casa 300 personaggi di Roma non è possibile, non mi dilungo di più perchè parlare alle pecore si spreca tempo, acqua e sapone, a me interessa poco, tanto dovranno, i giovani del SI, mantenermi, ho atteso 70 anni per cambiare questa Costituzione(che fa acqua da tutte le parti),coloro che hanno votato SI avranno tanto tempo per piangere

Salvatore Azzollini
Salvatore Azzollini
7 anni fa

ho sbagliato, invece di scrivere NO ho scritto ai SI, pertanto ciò che ho scritto è rivolto ai NO