Politica

Isa De Bari ad Azione Cattolica: «Entri in politica, non sia solo commentatrice dello spettacolo»

La Redazione
Isabella De Bari
La risposta dell'ex candidato sindaco alla nota dell'associazione
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La nota di Azione Cattolica, a commento del voto dell’11 e 25 giugno, diventa traccia di una pungente analisi di Isabella De Bari, ex candidato sindaco della destra molfettese.

«Quando invochiamo la politica del grembiule – afferma – protestiamo pure ma “davanti allo specchio”. Ho letto, “… Come Azione Cattolica abbiamo accompagnato questa tornata elettorale riportando all’attenzione delle città i Codici Etici per i candidati e per gli elettori …”.

Ma la politica ha una laicità che deve essere preservata da ipoteche confessionali, questo lo dico anche come credente. Non c’è una politica cristiana ma un modo cristiano di fare politica e l’Azione Cattolica non è chiamata ad organizzare campagne di bonifiche morali, magari, al contrario, a rimboccarsi le maniche e, con umiltà e discrezione, a mettersi accanto ai tanti giovani pigri e sfiduciati, ai tanti indifferenti senza Dio e senza Codici, ai senza lavoro, ai senza progetti, ai senza ideali.

L’analisi del voto ha fatto emergere la bassissima percentuale di giovani che hanno partecipato al voto. L’affiancamento perseverante di questi giovani sarebbe un buon processo di accelerazione di quella che si definisce ricomposizione di un nuovo consenso etico, a fronte del quale, i tentativi “di tirare la giacchetta” alle associazioni cattoliche o a sacerdoti non impressionerebbero nessuno.

La partita va giocata come titolari, non come spettatori. La Gaudium et Spes definisce la politica arte nobile e difficile, Paolo VI affermava che la politica è una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri. L’Azione Cattolica, ovvero i suoi associati, entrino in politica e si propongano contro la mentalità clientelare, i vassallaggi dei sistemi corruttivi, contro il fariseismo degli scopi reconditi di dominio e non come “commentatori dello spettacolo”.

E poi, guardandosi allo specchio, non si dicano bugie. Ogni parrocchia di Molfetta era liberamente orientata, alcune anche visibilmente oltre, seppure prima della ferrovia. Ma ciò è un bene, non un male. Più visibile è l’orientamento, meno ambiguità si genera. Lealtà e trasparenza, in un codice etico, diventerebbero, allora, i principali ostacoli al voto di scambio ».

lunedì 17 Luglio 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 1:16)

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