Politica

Delocalizzazione dei call center: Rifondazione Comunista dice no

La Redazione
Rifondazione comunista in piazza
"In tutta la Città metropolitana di Bari sono migliaia i lavoratori e le lavoratrici del settore call center che a seguito di questo emendamento vedrebbero a rischio il loro posto di lavoro", recita la nota
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Riceviamo e pubblichiamo, dalla segreteria metropolitana del partito Rifondazione Comunista, la seguente nota circa le delocalizzazioni delle attività di call center

E’ notizia delle ultime ore che è in discussione alla Camera dei Deputati, già approvato al Senato, un emendamento alla legge di stabilità presentato dal Governo che prevede una modifica all’art 24bis del decreto legge 22 giugno 2012 n. 83. Se venisse approvato verrebbe stravolto il senso di un provvedimento costruito con lo scopo di limitare le delocalizzazioni delle attività di call center. Con l’art. 24bis sarebbero dovuti entrare in vigore strumenti per regolare il settore dei call center, prevedendo alcuni obblighi in capo a committenti e outsorcer che verrebbero cancellati a causa di questa indecente iniziativa della maggioranza al governo.

In tutta la Città metropolitana di Bari sono migliaia i lavoratori e le lavoratrici del settore call center che a seguito di questo emendamento vedrebbero a rischio il loro posto di lavoro.

Ancora una volta il PD e i suoi alleati scelgono da che parte stare: dalla parte del profitto contro gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici; dalla parte di imprenditori spregiudicati che delocalizzano in Albania, in Romania (dove pagherebbero salari ridicoli) contro gli interessi del Paese reale, del popolo.

Bisogna mobilitarsi per fermare quest’iniziativa che andrà ancora una volta a impoverire il nostro territorio.

lunedì 11 Dicembre 2017

(modifica il 29 Luglio 2022, 19:47)

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