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Loredana Lezoche: «Questioni fondamentali: ambiente, donne, pensioni»

La Redazione
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Molfetta. Intervista a Loredana Lezoche
La candidata del centrosinistra al Senato si sofferma su tre materie di grande urgenza
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Si avvicina l’appuntamento elettorale di domenica. E per Loredana Lezoche, candidato per il centrosinistra al Senato, è il momento dello sprint finale. L’imprenditrice molfettese si sofferma su ambiente, “questione femminile” e pensioni. Questo il suo punto di vista.

Loredana Lezoche, ha fatto della tutela e della salvaguardia dell’ambiente un lavoro. Qual è la sua posizione sul tema ambiente?
Trovo che parlare di ambiente sia fondamentale, non perché “di moda” ma perché rappresenta un problema reale e concreto per il futuro dei nostri figli. Bisogna impegnarsi nello studio e nella valorizzazione dell’economia circolare, un modello all’interno del quale, la salvaguardia dell’ambiente permette la creazione di nuovi posti di lavoro. Pensiamo, ad esempio, a quante opportunità lavorative potremmo creare investendo nella ricerca e nella produzione di manufatti rinnovabili e riciclabili che non inquinino il nostro mare e la nostra terra.

Inoltre, mettiamo da parte il vecchio modo di intendere l’industria, facciamo della green economy un nuovo modo di intendere la vita, i processi di produzione e la tecnologia, salvaguardando così il nostro ambiente e la nostra salute.

Parlare di ambiente vuol dire anche parlare di agricoltura. Dobbiamo insistere sulla valorizzazione dell’industria agroalimentare, sulla trasparenza dell’origine dei prodotti e sulla tutela del reddito degli agricoltori, dei pescatori, dei produttori: preservare la dignità dei nostri imprenditori è il mio punto di partenza per una qualsiasi strategia a lungo termine.

Uno dei problemi più dilaganti nella nostra società è quello dei femminicidi e della violenza sulle donne. Da figlia, mamma e donna, quale sarà la linea che Loredana Lezoche porterà avanti qualora fosse eletta?
Ciò che leggiamo sui giornali è solo una piccola parte di un problema ben più grave. Parliamo di pressioni psicologiche, ricatti economici e atti di stalking, vissuti da migliaia di donne e con ripercussioni importanti sui loro figli.

Guardiamo i dati Istat: sotto il profilo culturale, siamo indietro. E’ necessario portare avanti una vera e propria “rivoluzione culturale”, o meglio “evoluzione culturale”. Per fare questo occorre partire dalla scuola, ovviamente, e dai media. Il ruolo dei media deve essere quello di trasmettere l’immagine di una donna diversa dallo stereotipo cui ci hanno abituati. Trovo assurdo che nel 2018, nonostante tante donne abbiano lottato per far valere i propri diritti, ci troviamo ancora in una società all’interno della quale dobbiamo ancora parlare di parità uomo-donna, di parità di salario per legge, ma soprattutto dobbiamo ancora parlare di paura. Paura di camminare da sole per strada, paura per chi subisce violenze fisiche e verbali all’interno del nucleo familiare – quello che dovrebbe essere il nostro porto sicuro -, paura di non essere prese sul serio.

Un importante traguardo raggiunto è stato quello dell’aumento delle risorse per il Piano Nazionale contro la violenza sulle donne fino a 30 milioni di euro. Ora, però, dobbiamo investire sulla formazione permanente e sul coinvolgimento di insegnanti nelle scuole con il sostegno delle forze dell’ordine.

Non solo: bisogna formare il personale sanitario affinché sappia riconoscere disagi e segnali di violenza. Dobbiamo sostenere con finanziamenti e maggiori controlli i centri anti violenza; occorre formare anche gli operatori di giustizia affinché tutte le denunce non siano inascoltate: tutto ciò servirà ad aumentare la fiducia nelle istituzioni da parte delle vittime di violenza, dando un segnale forte di protezione e sostegno.

Una delle preoccupazioni più forti riguarda le pensioni. Quale sarà la linea di Loredana Lezoche?
L’incertezza del domani è uno dei temi che più condiziona i cittadini italiani, giovani e meno giovani.Il nostro è un grande sistema di solidarietà che intreccia tutte le generazioni. Ecco perché dobbiamo rivalutare gli assegni pensionistici in base all’inflazione, aumentando le pensioni minime e diminuendo le disparità sociali.

A piccoli passi ma concreti, mi impegnerò affinché si introduca una pensione contributiva di garanzia per i giovani con carriere discontinue e redditi bassi. Non dobbiamo dimenticare, infine, di rendere strutturali gli strumenti di flessibilità in uscita, sia quelli a carico dello Stato per chi è in condizioni di bisogno (Ape sociale, precoci), sia quelli che comportano un costo per chi decide di andare in pensione prima (Ape volontaria, Opzione donna).

giovedì 1 Marzo 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 16:22)

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