“Perché perché la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita del pallone”… Musica e parole di Rita Pavone, donna che sicuramente sarà stata lasciata sola qualche domenica per qualche evento sportivo. Ma chi glielo spiega a Rita Pavone che questa canzone, a Molfetta non ha più ragione di esistere? Cosa ne sarà dello sport molfettese? Cosa ne è stato, in passato, dello sport cittadino?
Sport, sponsor, strutture. Tre cose talmente diverse, allo stesso tempo infinitamente unite. Sacrifici, sofferenze, soddisfazioni, da parte di tutti, tifosi e dirigenze, staff tecnici e atleti. Viene meno una componente. Si rompe il giocattolo. Si infrangono sogni ed emozioni. Ed ecco il ricordo, la nostalgia di stagioni sportive di cui ti resta vivo il ricordo.
“La Serie C Nazionale” si è sentito spesso in questi anni. Ma i ragazzi degli anni Novanta, calcisticamente parlando, a Molfetta cosa hanno visto? Saranno andati allo stadio a vedere qualche loro coetaneo con i piedi buoni giocare in Eccellenza, Promozione, Prima Categoria. Ventidue anni fa si era piazza temuta della Serie C calcistica, oggi, a qualche mese dal centenario della Molfetta Sportiva 1917, si è retrocessi in Promozione. Ma si è in buona compagnia perché le strutture sportive sono solo due, le società calcistiche sono quasi il quadruplo.
La tripla di Maggi. Il numero 10 Teofilo. Le eterne sfide con Massafra. La Serie A Dilettanti del 2010-11. Il basket molfettese nella terza serie nazionale, l’ottavo posto in classifica e le tante ambizioni di una società che ha chiuso i battenti quando la scalata verso l’olimpo era appena partita. Due squadre in serie D, una arrivata ai playoff, mentre l’altra ai playout è il bilancio della stagione sportiva appena conclusa. Bicchiere mezzo vuoto, mezzo pieno. Il palazzetto è comunque pieno. Ma Rione Paradiso e la 167 paralizzate dal traffico la domenica sera della Serie A Dilettanti sono lontane un miglio.
Chi l’olimpo l’ha toccato con un dito e con tutto il palmo della mano è stato l’Hockey Molfetta. Serie A1, poi Serie A2, ancora serie A1. La caduta in Serie B. La forza di rialzarsi. La Serie A2 conquistata nella passata stagione. I playoff promozione di quest’anno giocati e persi ai rigori. Ora la partita più importante, la conferma del titolo sportivo di una delle più longeve società sportive cittadine.
Ha toccato più volte il cielo con un dito l’Exprivia Molfetta. La ferita qui è ancora aperta e fa fatica a rimarginarsi. Lo “Stregone” Hierrezuelo, l’ “Imperatore” Sabbi, le imprese contro Trento, Modena e Civitanova, i playoff scudetto persi in gara 5. La legge dei 3000 posti a sedere, le difficoltà a reperire sponsor importanti per la massima serie nazionale da un lato, il calore dei Fedelissimi, i sogni di grandi e piccini dall’altro lato.
Un vecchio coro molfettese intonava “Olio, petrolio, benzina e minerale per battere la Molfetta ci vuole la nazionale”. Olio, petrolio, benzina e minerale. Materiali che permettono il movimento di una macchina perfetta. Oleare i meccanismi, aggiungerci il carburante, ripartire e risalire la china.
Sport, sponsor, strutture responsabili di gioie e dolori. Sport, sponsor, strutture croce e delizia dei molfettesi.
Sport, sponsor, strutture, fattori comuni della parola soldi. Con i soldi sei felice, direbbe un bambino di sei anni. Ma non lo direbbe solo lui. Con i soldi, oggi avremmo quattro squadre ai vertici dello sport nazionale, in strutture altrettanto degne dello spettacolo che offrono i molfettesi. Con i soldi puoi comprare il top player. Con i soldi puoi immaginare e fantasticare. Con i soldi puoi fare tutto nello sport, o quasi. Con i soldi, non puoi comprare la passione sportiva e il calore dei molfettesi.
Sport molfettese, ad maiora. Dal latino, verso mete più grandi.