La costante. L’invariabile regola che resiste, marmorea, a ogni cambiamento. Nuovo anno, nuovo allenatore, nuova posizione di classifica e nuovo modulo di gioco; ma non svanisce l’equazione quasi aritmetica tra Cubaj e gol, tra presenza in campo del fantasista e risultato positivo della Borgorosso.
Ieri pomeriggio, nella gara esterna sul campo della Nuova Andria, la compagine molfettese ha potuto nuovamente beneficiare del talento del capocannoniere del girone A della Prima Categoria.Dopo l’ingenua espulsione rimediata contro il Don Uva Bisceglie nello scorso 10 dicembre, l’ex Molfetta Sportiva ha dovuto infatti saltare per squalifica tre giornate. Nel giro di un mese, senza l’albanese in campo, è accaduto tutto ciò che di negativo avrebbe potuto accadere: la squadra biancorossa ha subito quattro sconfitte consecutive, ha dilapidato l’ottimo inizio di stagione, gettato alle ortiche il primo posto, fermato drasticamente e fortemente compromesso la corsa ai playoff.
La trasformazione, se non apocalittica quantomeno drastica, non ha minimamente intaccato il rendimento formidabile di uno dei giocatori più forti della categoria. E così, contro la Virtus Andria, dopo una vivace e positiva prima mezzora, l’ala molfettese ha trovato la rete che gli mancava dal 26 novembre. Tanto per cambiare, su risultato di 1-0 per i padroni di casa, è stata artefice di una perla. Ha avviato e concluso magistralmente l’azione dell’1-1: palla ricevuta sulla trequarti, in zona centrale; apertura sulla destra per Paparella, bravo a controllare, a prendere il fondo e a mettere un pallone arretrato al limite dell’area; controllo con il destro del 10, finta di corpo ubriacante sul proprio dirimpettaio e rientro sul non prediletto piede sinistro; quindi, colpo di biliardo sul secondo palo, imparabile per l’estremo difensore avversario.
Dopo il pareggio, la Borgorosso è riuscita a completare la rimonta e a portarsi sul 2-1 con De Bari. L’urlo di gioia per la ritrovata vittoria è stato strozzato da un beffardo e dubbio calcio di rigore assegnato all’89’. È finita 2-2. “Un risultato ingiusto- ha commentato ai nostri microfoni proprio Cubaj- abbiamo dominato per larghi tratti; soltanto un errore arbitrale avrebbe potuto impedirci di vincere, e così è stato. Sono dispiaciuto per non aver portato a casa i tre punti, ma non nascondo la soddisfazione personale per un gol di cui avevo tanto bisogno. Il rientro e il tiro sul secondo palo appartengono al mio repertorio, ma certo non mi sarei mai aspettato di segnare con il sinistro. Di solito faccio tutto col destro”.
Eccezione che conferma la regola, il sinistro vincente ha generato la decima esultanza in campionato (undicesima stagionale) del miglior marcatore (e forse giocatore) del girone. Ma la classifica molfettese continua a non convincere del tutto: con il punto di ieri, il primo conquistato dopo le dimissioni di Patruno e l’arrivo di Leonino, i biancorossi sono saliti a quota 24, distanti tre punti dai playoff e dodici dalla capolista Don Uva.
“Abbiamo perso molto terreno- ha detto il primo goleador di ieri- e adesso vediamo distante la vetta. Ma attenzione, tutto può succedere, siamo ancora alla prima giornata di ritorno e vogliamo tornare a vincere senza mai fermarci. Il nuovo mister è un grande intenditore di calcio, un vero e proprio maestro che saprà trovare la ricetta giusta per far esprimere tutti al meglio. Restiamo comunque in ottimi rapporti con Patruno. Lui non ci ha lasciati. Si è dimesso senza che nessuno glielo chiedesse, ma resta nella società. Oggi è venuto a vedere il nostro match. Abbiamo bisogno del suo sostegno, della sua esperienza e della sua passione. È un nostro amico, prima ancora che ex allenatore e neo dirigente”.
Parole al miele sono state proferite dal ventunenne albanese in riferimento a Paparella. Il quarantenne e intramontabile bomber affianca il ragazzo sia come miglior marcatore del campionato (dieci reti anche per lui) che come compagno di un repartod’attacco formidabile e impensabile per altre squadre di Prima Categoria. “Con Paparella- ha affermato Cubaj- si gioca divinamente. Sono convinto che la sua presenza mi abbia fatto migliorare, emi auguro che possa ancora farmi crescere. Giuseppe è un grande, sia per come si muove e si comporta, sia per come parla e conforta tutti quanti in tutti i momenti. Un vero esempio”.
Dopo annate da promettente ma acerbo gioiellino, dopo aver fatto solo intravedere qualità tecniche, atletiche e balistiche, l’ex Molfetta Sportiva sta esplodendo. Sta dimostrando di poter risolvere le partite da solo, da un momento all’altro. Vederlo giocare, a questi livelli, lascia inevitabilmente pensare alla sua possibilità di esibirsi su ben più elevati palcoscenici. Peraltro, al netto della squalifica e di qualche protesta di troppo nella prima parte della stagione, caratterialmente sembra essere in corso una crescita, un processo di maturazione.
“Questo è l’anno delle rivincite- ci ha detto- il migliore della mia breve carriera sin qui. Sento la fiducia, degli altri e di me stesso, e sono al meglio fisicamente. Ho commesso tante ingenuità in passato. Devo pensare soltanto a giocare, concentrami sul campo e sulla gara, ignorare il resto, far finta di non sentire provocazioni e insulti di ogni tipo. Ad esempio, oggi ho ricevuto trattamenti pessimi, ma non ho reagito. Devo imparare a fare sempre così. Mi piacerebbe in futuro provare nuove esperienze in categorie superiori, avere una seconda chance dopo quella con la Molfetta Sportiva. Ma per adesso penso solo alla Borgorosso. Non ho minimamente pensato di andar via nel mercato invernale, nonostante le offerte non siano mancate: voglio bene ai compagni e ai dirigenti, e voglio vincere con loro quest’anno”.
È mutato l’allenatore ma non il trascinatore. Cubaj c’è sempre, per la compagine borgorossina. Con lui, il romantico streben verso la vetta sembra essere meno impossibile.