Volley

“Dall Uegneun”. Tributo a Nicola Solimini

Angelo Ciocia
Il saluto a Nicola Solimini
Ricorreva ieri il terzo anniversario della scomparsa del padre della Pallavolo Molfetta
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Terzo set del match tra Exprivia Molfeta e Gi Group Monza. Molfetta conduce 21-19; non si esulta per i punti di Sabbi e Joao Rafael. Si intona un coro per Nicola Solimini, padre della Pallavolo Molfetta, scomparso il 19 febbraio 2014.

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Ci ha lasciati in una mattina di febbraio, al primo anno di Superlega, alla soglia del cinquantesimo compleanno per una società, di cui le basi portano il suo nome, il suo carattere, la sua grinta e il suo “Dall Uegneun”.

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“Dall Uegneun” era il suo grido di incoraggiamento nelle partite del settore giovanile dei ragazzi che sentiva suoi; “dall uegneun” lo ripeteva ai Fedelissimi, soprattutto il primo anno di Superlega quando l’esperienza mancava e i risultati non proprio felici erano dietro l’angolo; “dall uegneun” lo avrà detto a migliaia di giocatori che sono transitati a Molfetta nei 50 anni in cui è stato dirigente. E poco importa se l’atleta fosse straniero o un semplice cittadino settentrionale che “dall uegneun” non riusciva a tradurlo.

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Quel “dall uegneun” era il motto per far si che la sua creatura, il suo giocattolo, funzionasse alla perfezione. Meticoloso e preciso, follemente innamorato della pallavolo. Era li nella palestra all’aperto del liceo classico durante le prime partite della storia della Pallavolo Molfetta; era li negli anni Novanta quando la Pallavolo Molfetta ha conquistato la serie B2, prima, e la B1 poi. Poi la cavalcata fino alla serie A2 e quel sogno chiamato massima serie. Sempre li, in quell’ufficio a dividersi tra la prima squadra e i ragazzi del settore giovanile. Quei ragazzi che sono diventati piccoli ometti anche grazie ai suoi consigli; gli stessi ragazzini terribili che l’anno della sua scomparsa gli hanno tributato la vittoria in Serie D.

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Chissà quanti “dall uegneun” avrebbe gridato in questi tre anni; Molfetta, nel frattempo ha conquistato i playoff scudetto in Serie A1; nella scorsa stagione si è piazzata sesta e ha portato Trento a gara 5, la cosiddetta  “bella”, a un passo dal grande sogno. E chissà quanti altri “dall uegneun” avrebbe gridato nel terzo parziale del match disputato ieri sera, con Molfetta avanti, che si fa raggiungere e superare, prima di conquistare l’intera posta in palio nel quarto set.

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Lo immaginiamo a dare il 5 ai giocatori nel tunnel degli spogliatoi prima di entrare. Immaginiamo anche che la sua domenica mattina pallavolistica fosse cominciata presto, con le gare del settore giovanile. Lo immaginiamo lì, a bordo campo, dove nessuno può poggiarsi perché ci sono le telecamere del video check. Perché in fondo, Nicola Solimini poteva tutto in quel PalaPoli, che negli anni è diventata casa sua.

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Un angolo del PalaPoli meriterebbe il suo nome. Un pezzo della vittoria di ieri sera è suo. Senza di lui saremmo rimasti comodi sul divano a vedere la pallavolo che conta. Molfetta continua a dare soddisfazioni nella massima serie. Sono le vittorie e le soddisfazioni di un padre che ama e protegge la sua creatura. Anche da lassù.

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lunedì 20 Febbraio 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 6:18)

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