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L’Istat lancia l’allarme: Molfetta non è un paese per giovani

Antonio Aiello
La città di Molfetta vista dall'alto
La popolazione è sotto i 60mila abitanti, per ogni 100 ragazzi ci sono 187 anziani
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Rischiano di diventare un ricordo quelle riunioni di famiglia con tanti bambini, quando davanti alla tavola dei nonni, in occasioni delle grandi ricorrenze, si sedevano fratelli, sorelle, cugini e zii.

Le statistiche, elaborate dall’Istat nelle settimane scorse, hanno lanciato il grido d’allarme: si rischia che “molti bambini non avranno fratelli, cugini e zii ma, solo genitori, nonni e bisnonni”.

A Molfetta, secondo i dati Istat resi pubblici nei giorni scorsi ed elaborati dal sito Tuttitalia, risiedono 59.291 (dato aggiornato al 1° gennaio 2019) di cui 1547 cittadini stranieri classificando la nostra città al terzo posto nella classifica dell’Area Metropolitana di Bari preceduto da Bari (320.862) e Altamura (70.667). Perdendo circa 1106 cittadini rispetto ai 60397, attestati dall’Istat nel 2014.

Un trend negativo, come rende pubblico l’Istituito di statistica, la popolazione ha perso la sua capacità di crescita naturale quella dovuta alla sostituzione di chi muore con chi nasce. Il saldo naturale è negativo di ben 147, nel 2018, a Molfetta sono stati registrati ben 428 nati mentre i morti sono stati 575. Anche il flusso migratorio della popolazione, ovvero il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il comune di Molfetta, è negativo. Pochissimi sono quelli che si sono trasferiti all’estero molti si sono trasferiti in altri comuni dell’Italia.

Un altro dato che emerge dalla radiografia Istat, secondo la elaborazione di Tuttitalia, la comunità straniera più numerosa è quella dell’Albania che rappresenta il 41,4 % di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Romania (16,7%) e dal Marocco (4,0 %).

Un altro indice che fa riflettere, dai dati ISTAT, è l’indice di ricambio della popolazione attiva, ovvero il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (60-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-19 anni). Nella nostra città la popolazione in età lavorativa è molto anziana. Un altro dato evidenziato dalle statistiche e che ogni 100 giovani ci sono 187 anziani, secondo i dati del 2018, che evidenzia una popolazione che invecchia senza ricambio generazionale. In pratica da una generazione all’altra diminuisce il numero dei potenziali genitori, in particolare delle potenziali madri. Forse a causa del mercato del lavoro che, nonostante il nuovo millennio, le discrimina creando ostacoli a quel desiderio di maternità e soprattutto, nelle nuove coppie, la prospettiva negativa del futuro e la continua precarietà del mondo del lavoro.

Le previsioni secondo, dati ufficiosi, non sono del tutto rosee ed il trend è del tutto negativo in questi primi sette mesi dell’anno. I decessi e le uscite per emigrazioni non sono stati compensati del tutto dalle nascite e dall’immigrazione facendo segnare un – 168.

Altra curiosità incrociando i dati le donne superano gli uomini di quasi 1800 unità, però fino a 30 anni i “maschietti” superano di poco le donne, dagli over 30 fino agli over 80 la quota “rosa” è superiore alla quota “azzurra”.

Sono dati che fanno riflettere, Molfetta, rischia in un futuro non tanto remoto di diventare una città senza giovani e senza tradizioni da tramandare. Quel boom degli anni 80 inizio 90, quando a Molfetta furono censiti oltre 65.000 abitanti (66.839 dati rilevati dal censimento ISTAT del 20 ottobre 1991), rimane un vago ricordo. Con dispiacere siamo costretti ad ascoltare giovani e meno giovani che non trovano a Molfetta le opportunità professionali adeguate portandole altrove, le loro capacità forse e il momento che la politica pensi di più ai fabbisogni dei cittadini.

martedì 30 Luglio 2019

(modifica il 29 Luglio 2022, 1:12)

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