C'è un filo rosso che, inevitabilmente, sta legando l'attuale pontificato di Papa Francesco e l'episcopato di don Tonino Bello: l'attenzione all'ultimo, il farsi prossimo al fratello in difficoltà.
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“A noi, specialmente a noi cristiani, tocca organizzare la speranza, tradurla in vita concreta ogni giorno, nei rapporti umani, nell’impegno sociale e politico” – le parole durante l’omelia nel corso della messa in occasione della giornata dei poveri – “Se la nostra speranza non si traduce in scelte e gesti concreti di attenzione, giustizia, solidarietà, cura della casa comune, le sofferenze dei poveri non potranno essere sollevate, l’economia dello scarto che li costringe a vivere ai margini non potrà essere convertita, le loro attese non potranno rifiorire”.
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“Bella questa espressione di Don Tonino Bello”, sottolinea Bergoglio riferendosi all’idea di “organizzare la speranza”. "Lui era un povero in spirito, un beato“, ha continuato il Ponetifice.
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In una giornata come quella dedicato il povero, Papa Francesco si sofferma ancora sull'esempio del vescovo salentino. Impossibile non ricordare, per i molfettesi e per tutti i cittadini della diocesi, le numerose iniziative, le porte aperte e i ponti creati soprattutto per e con i poveri in un territorio difficile a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta.
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Povertà diverse, ma stessa natura nel tendere la mano. Il messaggio di Papa Francesco è chiaro: organizzare la speranza, impegnarsi. Parole di don Tonino, riportate da Bergoglio.
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DON TONINO BELLO SANTO SUBITO.
AGLI ONORI DEGLI ALTARI.
STIAMO IN TREPIDA ATTESA.