Attualità

L’Osservatorio del Mare tra Posidonia e alga tossica

La Redazione
Evento organizzato dall'Osservatorio del Mare a Molfetta
Al dibattito scientifico, coordinato da Maddalena de Virgilio, sono intervenuti Valeria Tomaselli, Patrizia Adamo e Marcello Mastrorilli
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Sabato 21 maggio , presso la suggestiva sede del circolo nautico Ippocampo di Molfetta ed in occasione della edizione 2022 della “Giornata internazionale del fascino delle piante”, indetta ogni anno da EPSO (European Organization of Plant Science) per avvicinare il grande pubblico alla ricerca scientifica in questo settore, si è tenuto un workshop di mobilitazione ed apprendimento reciproco sulla sostenibilità nella gestione della costa urbana.

Maddalena de Virgilio, ricercatrice presso l’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBBR-CNR) nonchè presidente dell’associazione di volontariato Osservatorio del Mare a Molfetta (OMM), ha introdotto l’argomento con un seminario sui  contenuti di due recenti articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali in collaborazione tra OMM e IBBR-CNR ed inerenti due bioindicatori dello stato di salute del mare molfettese: la pianta marina , Posidonia oceanica, e la microalga Ostreopsis ovata, più comunemente nota come “alga tossica”.

L’ innovativa metodologia promossa da OMM è quella della Citizen Science, una nuova branca della scienza che prevede il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle fasi preliminari di osservazione e raccolta dei dati, ed in parte dai ricercatori, nelle fase successive di analisi dei dati per estrapolare conoscenza sullo stato di salute di un dato ecosistema (che nel caso specifico di OMM è la costa urbana). Le osservazioni si fanno con strumenti a portata di cittadino ( telefonini cellulari, computer, telecamere subacquee, microscopi). Le metodologie di raccolta dati vengono semplificate e restituite ai cittadini che a loro volta possono istruire altri cittadini scienziati. In tal modo è possibile raccogliere dati (nel tempo e nello spazio) che altrimenti sarebbe difficile reperire.

Per quanto concerne lo studio sulla Posidonia molfettese collocata a Cala San Giacomo, il censimento visuale subacque condotto dai volontari di OMM ha confermato gli esiti di un sondaggio effettuato ad aprile 2010 ed ottobre 2011 in occasione di uno studio di valutazione di incidenza ambientale in cui il posidonieto molfettese è stato classificato come “molto disturbato”. Allo stesso tempo, lo studio di genetica delle popolazioni sulla stessa prateria, ha rivelato un buon livello di diversità genetica paragonabile a quello di altri posidonieti del Mediterraneo. Ciò vuol dire che grazie alla sua struttura genetica il posidonieto molfettese è dotato di un livello di resistenza e resilienza che consentirebbero il ritorno ad uno stato di buona saluta se si abbatto le cause che ne stanno inducendo la moria, ovviamente prima che la prateria regredisca irreversibilmente.

L’altra specie monitorata da OMM lungo la costa molfettese è Ostreopsis ovata, la microalga responsabile di fastidiose intossicazioni estive. Molfetta è considerata un hot spot per la proliferazione di O. ovata. Al fine di migliorare il sistema previsionale, per 5 anni (da luglio 2016 a dicembre 20202) i cittadini di OMM hanno monitorato l’alga tossica insieme alle altre microlaghe non tossiche che si sono avvicendate nel plancton molfettese col susseguirsi delle stagioni in due spiagge libere di Molfetta molto affollate d’estate: Prima Cala e Gavetone. La correlazione statistica tra le concentrazioni delle diverse microalghe e i diversi parametri meteorologici disponibili negli archivi meteo, ha consentito di identificare nuovi parametri che correlano positivamente con l’abbondante proliferazione di alga tossica d’estate.

Work in progress è la costruzione di un software di predizione di fioriture algali sulla base dei dati raccolti dai cittadini di OMM.

Il lavoro avviato mediante la metodologia Citizen Science è stato apprezzato anche dal Comune di Mola di Bari, tanto da avviare una convenzione con l'Osservatorio del Mare di Molfetta. Non bisogna dimenticare l'importanza di una collaborazione tra le città limtrofe, in quanto questa rete consentirebbe un maggior afflusso di informazoni. 

Al successivo dibattito scientifico coordinato da Maddalena de Virgilio sono intervenuti:

Valeria Tomaselli, ricercatrice in botanica presso Università degli studi di Bari che ha conferito sull’importanza di conservazione degli ecosistemi costieri e della biodiversità vegetali ad essi connessi per contrastare l’erosione costiera;

Patrizia Adamo, ricercatrice presso l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR, che ha evidenziato la necessità di sviluppare nuove tecnologie di Osservazione della Terra da Remoto sulla base di immagini satellitari per monitorare nel tempo e nello spazio l’evolversi di biodiversità ed ecosistemi quali indicatori in supporto alle decisioni di nuove politiche ambientali;

Marcello Mastrorilli, dirigente di ricerca CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – sede di Bari del centro “Agricoltura e Ambiente”), ha proposto “un solo ambiente dalla campagna al mare” ed una “Agronomia al servizio dei cittadini di mare” per evidenziare le connessioni tra suolo agricolo ed il mare e sviluppare l’agrobiodiversità della costa per salvaguardare la Posidonia. Quest’ultima, infatti, è il paradigma marino di sviluppo armonico delle attività primari: agricoltura e pesca e non solo.

Secondo le modalità della Citizen Science e per dar voce ai cittadini, è stata data anche al pubblico la possibilità di intervenire.

L’evento è stato organizzato in collaboazione tra tre associazioni cittadine molfettesi: Osservatorio del Mare a Molfetta, Il Popolo Granchio ed il circolo nautico Ippocampo.

martedì 24 Maggio 2022

(modifica il 27 Luglio 2022, 12:22)

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