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CGIL, CISL, UIL: “Bene progetto Ospedale Nord Barese, ora garanzie per i presidi territoriali”

La Redazione
La conferenza CGIL
La nota congiunta dei sindacati plaude al progetto regionale, ma chiede l'ampliamento della struttura molfettese
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Riceviamo e pubblichiamo la nota diffusa da CGIL, CISL, UIL Molfetta.

La notizia apparsa sugli organi di informazione relativa al progetto di costruzione dell’Ospedale del Nord Barese che il Governatore Emiliano ha previsto in una area situata tra Molfetta e Bisceglie, non può che trovarci favorevoli.

Essa la ascriviamo al merito dell’azione di queste Organizzazioni Sindacali nonché alla iniziativa del Consiglio Comunale di Terlizzi, delle altre associazioni e delle forze politiche e sociali della zona che, soprattutto in questi ultimi mesi, allorquando si andavano a concretizzare scelte amministrative che, in pratica, sugellavano il declassamento degli ospedali della fascia costiera, si sono mobilitati perchè si invertisse il senso di marcia intrapreso e le ragioni di “un vasto territorio a nord di Bari, popolato da 300 mila abitanti, che in mancanza di un ospedale completo, avrebbe costretto i pazienti al pellegrinaggio da un reparto all’altro nelle varie strutture parziali”, fossero prese in seria considerazione.

Riteniamo che sulla salute delle persone non si possa scherzare e, pur essendo alla vigilia del rinnovo del Consiglio regionale in cui i programmi degli schieramenti possono essere fortemente influenzati dall’esigenza di conquistare fette consistenti di elettorato al di là di ogni realistica ipotesi di realizzazione, siamo convinti che l’impegno assunto dalla Regione sarà mantenuto.

Siamo, però, altrettanto convinti che i tempi di costruzione non saranno brevi e che alla domanda della popolazione in tutto questo periodo debbano essere date risposte, chiediamo pertanto,che agli Ospedali interessati, in primis al nosocomio di Molfetta, vengano garantiti tutti i Reparti ed i posti letto inizialmente previsti – come “Ospedali di base”- integrati con gli ulteriori posti/Reparti promessi, ripristinando le figure di primario, diversificandole semmai sul territorio in maniera da garantire,nel raggio di pochi chilometri,una offerta sanitaria più completa possibile e sia assicurata altresì quella autonomia amministrativa – rispetto all’Ospedale del San Paolo di Bari – la cui assenza determina oggi problemi gestionali a tutto danno dell’efficienza e dell’efficacia dell’attività degli stessi.

Per le aree/infrastruttre che saranno abbandonate si dovrà pensare ad un loro riutilizzo a fini sociali, privilegiando il “verde pubblico”.

Avevamo detto che per noi nulla era ancora perduto quando tutto sembava andare per il verso sbagliato, abbiamo creduto nella mobilitazione dei cittadini, delle Istituzioni e delle forze politiche e sociali, oggi diciamo che il nostro compito non è finito, dobbiamo insieme rimanere vigili affinché alle promesse seguano i fatti e perché, nelle more della costruzione del nuovo Presidio Ospedaliero, la risposta alla domanda di salute non subisca arretramenti!

venerdì 8 Novembre 2019

(modifica il 28 Luglio 2022, 22:20)

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