Attualità

Alla conquista dello spazio: un po’ di Molfetta nella prossima impresa

Pasquale Caputi
Cristoforo Abbattista a Cape Carnaverale in vista del lancio del satellite Solar Orbiter dell’Agenzia Spaziale Europea
Cristoforo Abbattista a Cape Canaveral, in Florida, per contribuire a un intenso programma di misurazioni delle attività solari e dei loro effetti sul sistema solare e in particolare sul nostro pianeta
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C’è un po’ di Molfetta in una delle missioni spaziali più ambiziose che si ricordino. La premessa: lunedì 10 febbraio alle ore 5.15 italiane (ore 23.15 del 9, ora locale) il satellite Solar Orbiter dell’Agenzia Spaziale Europea verrà lanciato da Cape Canaveral per avviare un intenso programma di misurazioni delle attività solari e dei loro effetti sul sistema solare e in particolare sul nostro pianeta. Cape Canaveral, città situata in Florida, è nota per essere il cuore del Kennedy Space Center della Nasa e per ospitare la base di lancio del dipartimento di difesa degli Stati Uniti. In sostanza è uno dei punti di riferimento mondiali per l’attuazione dei programmi spaziali.

Ebbene, qui, in questi giorni di vitale importanza in vista del raggiungimento dell’ambizioso obiettivo, è operativo il molfettese Cristoforo Abbattista, responsabile della business unit SpaceStream di Planetek Italia. L’azienda pugliese, dopo aver vinto una gara dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha collaborato infatti alla messa a punto del software di elaborazione dei dati acquisiti dai sensori di uno degli strumenti del satellite. Parliamo del Solar Wind Analyser dedicato alla misurazione del vento solare, le cui particelle non sono come la nostra aria, ma consistono in elettroni, protoni e ioni pesanti.

“Questi dati – spiega Cristoforo – li elaboriamo direttamente a bordo per ridurre la loro enorme mole. Infatti per molti di essi non ci sarà spazio né nella memoria del satellite, affollata dai dati di tutti gli altri nove strumenti, né per essere trasmessi a terra, ma risultano comunque importanti per gli scienziati che hanno progettato la missione. Pertanto col nostro software riusciamo ad estrarre una serie di informazioni, molto meno ingombranti dei dati, che riescono a caratterizzare il vento solare pur senza avere a disposizione tutte le misure”.

Lo studio del vento solare, spiega Cristoforo, è di fondamentale importanza per le attività quotidiane svolte dall’uomo
. Infatti, essendo composto da particelle atomiche cariche, interferisce con qualsiasi campo elettromagnetico riuscendo anche a distruggere le informazioni legate al GPS, ad esempio, o alle normali telecomunicazioni. E questo può avere impatti enormi anche in termini di vite umane, oltre che economiche.

“Insieme ad altri due colleghi – prosegue il nostro concittadino – siamo qui a Cape Canaveral già da qualche giorno per finalizzare le attività propedeutiche al lancio e tutte le altre che cominceranno subito dopo il lancio. Infatti dopo il lancio, per circa tre mesi, verranno verificate in volo tutte funzionalità del satellite e degli strumenti di misura prima di entrare nella vita operativa del satellite che si prevede essere di almeno sette anni. Solar Orbiter si comporterà come un pianeta e orbiterà intorno al Sole, ma con un’orbita decisamente ellittica che arriverà più vicino di Mercurio al Sole e più lontano della Terra”.

Come si capisce, il lancio è sì un momento di arrivo per lo sviluppo di una missione satellitare, ma il bello deve ancora venire. “Siamo veramente contenti – conclude Cristoforo – di essere stati protagonisti della definizione e dello sviluppo di una missione così complessa e la nostra presenza a Cape Canaveral dimostra la passione per il nostro lavoro e la volontà di contribuire alla sua riuscita fino agli ultimi momenti”.

Il 2019 è stato un anno importantissimo per le attività spaziali del team. A marzo il lancio di “Prisma” (un satellite iperspettrale in orbita intorno alla Terra che oltre al verde, rosso e blu vede anche altri 237 colori) e a dicembre quello di Cosmo Second Generation (satellite anch’esso terrestre che emette impulsi radar e misura il loro tempo di ritorno), erano stati già un grande risultato. Ma si aspettava con trepidazione il 2020 per suggellare il contributo pugliese allo spazio intero. “Quello che noi – conclude Cristoforo – chiamiamo Deep Space”, e per il quale Molfetta guarderà con orgoglio e curiosità ancora maggiore a un evento storico. Lo spazio sempre più a misura d’uomo. E la nostra città risponde presente con una piccola, grande mano.

sabato 8 Febbraio 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 18:53)

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