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Campo in via dei Salesiani abbandonato. Le proposte per farlo ritornare in vita

La Redazione
Campo abbandonato in via dei Salesiani
Angela Amato, Carlo La Forgia e Fabio de Pinto pongono l'attenzione su un luogo ormai abbandonato e dimenticato
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Polemica intorno a via dei Salesiani e al campo da calcio che sorge nelle immediatezze di alcuni edifici abitativi ad edilizia popolare.

Alcuni lettori segnalano le condizioni in cui verte il campo. “Disastrose, in totale stato di trascuratezza, abbandono e discarica”, sono le parole degli autori della segnalazione, la dottoressa Angela Amato, psicologa, il preparatore atletico Carlo La Forgia e il personal trainer Fabio de Pinto corredata di foto del campo prima e dopo che pongono una serie di quesiti all’attenzione dell’amministrazione comunale.

“Quel che ci chiediamo è: come mai il comune ribadisce di non avere fondi disponibili per la manutenzione e ristrutturazione di luoghi come questo, ma poi per la costruzione di rotonde ed opere d’arte i fondi sono sempre disponibili? L’educazione civica, affettiva e sportiva non sono anch’esse forme d’arte? Quanto altro tempo deve passare nel lasciare ragazzi appartenenti a categorie fragili, al completo sbando?”, le loro parole.

Poi un’idea concreta che può diventare oggetto di valutazione. “L’idea che vogliamo proporre con forza e determinazione è di stanziare fondi che mirino alla ristrutturazione di tale campo in termini edili, ecologici e sociale, trasformandolo in un centro educativo-sportivo. In che modo? Non è da minimizzare la potenza che le regole e quindi il rigore sportivo hanno nell’apprendere uno stile di vita più sano. Inoltre se solo tutto questo fosse possibile si potrebbero avviare molti progetti sociali rivolti a bambini e ragazzi provenienti da famiglie poco agiate, considerando il quartiere in cui è collocato il campo”, continuano.

Infine un suggerimento all’amministrazione comunale di Molfetta. “La manutenzione della città non si basa solo sulle strade e gli edifici ma avviene proprio in primis dalle persone che la costituiscono pertanto bisognerebbe investire anche nel sociale, lavorando sui minori che saranno la Molfetta del domani. Diamo una seconda possibilità ad un quartiere finito nel dimenticatoio”, chiudono.

Un grido d’allarme che arriva subito dopo il lockdown e l’inizio di una nuova libertà. Da sfruttare, nell’ambito sociale, magari partendo proprio da questi luoghi di aggregazione che possono essere linfa per un miglior tessuto sociale di una città.

giovedì 2 Luglio 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 13:08)

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