Attualità

Festa patronale senza ostello e Progetto accoglienza: “È andata così, torneremo presto”

Sara Fiumefreddo e Martina Visaggio
Ostello dell’accoglienza
Per le normative anti-covid Molfetta rinuncia a due iniziative caratteristiche della festa patronale
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«L’ostello dell’accoglienza rappresenta il senso civico di Molfetta»: con queste parole Gabriele Vilardi, promotore del progetto attivo nella nostra città dal 2013, ricorda una delle tante iniziative della festa patronale annullata nel 2020, per via dell’emergenza sanitaria legata al covid19.

«L’assenza dell’ostello è rilevante, è un progetto che portiamo avanti con determinazione da anni e che si pone degli obiettivi ben precisi, soprattutto da un punto di vista umano e sociale».

Per di più, si tratta di una best practice tutta molfettese, che non è presente negli altri paesi del Sud Italia.

«A confermarcelo sono gli stessi ambulanti – racconta Gabriele – che ogni anno ci ringraziano per l’ospitalità che non ricevono da nessun’altra parte».

Un motivo di orgoglio per la città, che non può e non deve fermarsi.

«Iniziative del genere sono prive di colore politico e non devono essere vincolate dal susseguirsi delle amministrazioni comunali – precisa Gabriele – ll mio auspicio è che l’ostello venga inserito nel bilancio del Comune per il prossimo anno».

Molfetta accoglie e assume le sembianze di una vera e propria casa, anche per i più piccoli.

Un posto dove ritrovarsi, star bene e costruire rapporti. Tutto questo è possibile grazie al “Progetto accoglienza”, nato circa dieci anni fa e portato avanti con orgoglio dal SERMolfetta.

Intere famiglie si spostano nella nostra città e mentre i genitori lavorano, cosa restava ai più piccoli? Questa era la domanda che si ponevano i volontari dell’associazione.

I bambini non avevano nulla da fare, vagavano per Molfetta senza una meta e senza alcun tipo di svago.

«Siamo partiti con un piccolo gazebo, negli anni ci siamo ampliati ed ora mettiamo a loro disposizione una tensostruttura». Paolo D’angella, volontario del SERMolfetta e lo scorso anno responsabile del progetto, racconta fieramente la crescita dell’iniziativa.

«Ospitiamo i bambini per tutto il giorno – spiega – fino all’ora di cena, quando li portiamo dalle loro famiglie». Hanno la possibilità di fare esperienze ludico-ricreative, di divertirsi in un posto sicuro e controllato.

«C’è grande partecipazione da parte dei volontari – continua Paolo – ed è importante: solo così ogni bambino viene seguito nel modo opportuno e riceve le giuste attenzioni».

Questa è un’attività che fa bene non solo a chi viene ospitato, ma a tutta la città: significa sensibilizzare al rispetto del prossimo e all’aiuto reciproco.

«Siamo sicuri che ci rivedremo presto e recupereremo il tempo perso – afferma – perché la cosa più bella è sentir dire a quei bambini “ci vediamo domani” e vedere la felicità nei loro occhi».

L’attesa è tanta, ma non supera la voglia che i singoli cittadini e le associazioni hanno di riunirsi attorno al tendone bianca per dimostrare, all’unisono, che a Molfetta nessuno è straniero.

giovedì 10 Settembre 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 10:56)

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