Novembre va via. Un mese che, in città, è sinonimo di attesa. Quell’attesa che, cristianamente, corrisponde al tempo di Avvento, inaugurato da un giorno. Un’attesa che assume mille colori e sfaccettature della tradizione locale per il periodo più amato dai bambini e dagli adulti, il Natale. Che dicembre sarà è ciò che ci scuote e ci frulla in testa. Il novembre, che oggi ci saluta, è solo una “palestra” in vista del Natale. Le frittelle di San Martino sono il preludio di quelle delle vigilie di Natale e Capodanno. Il gusto rimarrà intatto, il sapore della condivisione, probabilmente, muterà. L’albero e il presepe sono belli pronti e luminosi. Ma, magari, saranno oggetto di post sui social: il parente potrà ammirare lì la nostra dedizione nell’abbellire casa per le feste. Il piatto di San Nicola sarà al suo posto: guai a non farlo, soprattutto se la richiesta al santo amato dai molfettesi è quella di scacciare via questa pandemia. Non ci sarà il contorno: lo sbarco del 5 di San Nicola che viene dal mare e il mercatino di San Nicola saranno bellezze e tradizioni che gusteremo l’anno venturo.
Il Capodanno molfettese non sarà in piazza: allo scoccar della mezzanotte saremo in quello che è diventato il nostro rifugio, la nostra casa. Ma sarà comunque 2021.
A proposito di Capodanno e di tradizioni molfettesi rivisitate: i botti saranno un “classico” della notte di San Silvestro oppure ci si accontenterà di sentire il rumore dello strappo dello spumante?
E la Santa Allegrezza? Anche lei in standby in piazze, chiese, rioni: Spotify e altri strumenti innovativi saranno la giusta cura per non farci mancare niente. Così come per gli altri canti. A proposito, la Nonne Nonne che cantiamo a squarciagola, sicuramente avrà sminuzzato le mandorle e preparato uno squisito vin cotto: i dolci quest’anno ci saranno, non per una tavolata, ma per lo stretto necessario.
Una metafora che ci ha insegnato il 2020 è proprio questa: l’essenzialità.
E la magia del Natale è proprio questa: Gesù nacque in una povera mangiatoia e divenne grande.
Dicembre ci ricorderà questo: sapori e tradizioni non devono mancare, soprattutto in un momento difficile. Assieme deve essere abbinato il buon senso. Questa è la ricetta magica: grandi sacrifici, piccole cose. Ma soprattutto tanto amore per ciò che facciamo per noi e per gli altri.