Cronaca

Conteggio interessi buono fruttifero, accolto un ricorso dell’Unione consumatori

La Redazione
Antonio Calvani
La decisione dell'arbitro bancario e finanziario. Il ricorso era stato promosso dall'Unc nell'interesse di una sua associata, finalizzato a contestare il conteggio degli interessi operato da Poste italiane
scrivi un commento 2147

È stato accolto nei giorni scorsi, dall’arbitro bancario e finanziario – collegio di Bari, il ricorso promosso dall’Unione nazionale consumatori di Molfetta nell’interesse di una sua associata, finalizzato a contestare il conteggio degli interessi operato da Poste Italiane alla scadenza di un buono fruttifero ordinario acquistato nel dicembre del 1988.

“La questione – spiega Antonio Calvani, referente della delegazione molfettese dell’UNC – riguarda l’applicazione degli interessi relativi ai buoni fruttiferi della serie Q, acquistati da migliaia di risparmiatori, in tutta Italia, tra la fine degli anni ‘80 e la prima metà degli anni ’90. A seguito di un decreto ministeriale del 1986, infatti, con il quale venivano rideterminati al ribasso i tassi di interesse per questi strumenti di risparmio, le Poste apposero sul retro dei titoli già stampati, che riportavano una tabella contenente rendimenti significativamente più alti, un timbro con i nuovi tassi, molto più bassi. Il problema, però, è sorto perché il timbro riportato sul retro del titolo conteneva i nuovi tassi di interesse riguardanti solo i primi 20 anni, nulla disponendo con riferimento al periodo dal 21° al 30° anno. Per questo terzo decennio, quindi, contrariamente a quanto sostenuto dalle Poste, l’arbitro bancario e finanziario, accogliendo la tesi sostenuta nel nostro ricorso, ha stabilito che devono essere riconosciuti alla risparmiatrice da noi assistita i tassi di interesse, ben più redditizi, stampati sul titolo e non quelli, più bassi, previsti dal decreto ministeriale del 1986. Si tratta di una pronuncia molto importante perché il collegio dell’ABF ha riconosciuto la prevalenza di quanto scritto sul titolo acquistato rispetto a quanto previsto dal D.M., tutelando in questo modo il legittimo affidamento della risparmiatrice sui rendimenti attesi”.

“Questa – ha precisato l’avvocato Calvani – è una vicenda che può interessare, in tutta Italia, migliaia di risparmiatori dal momento che i buoni fruttiferi ordinari hanno rappresentato per moltissimi anni, e soprattutto nel Sud Italia, uno strumento di risparmio largamente diffuso e in grado di garantire rendimenti oggi assolutamente inimmaginabili. Per diverso tempo, però, Poste Italiane ha adottato, nelle sue filiali sparse in tutta Italia, questa procedura e cioè quella di apporre un timbro con nuovi tassi di interesse (più bassi) su titoli già stampati che riportavano rendimenti più alti, e ora che i buoni fruttiferi ordinari di durata trentennale, venduti tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90, arrivano a scadenza, gli interessi che vengono riconosciuti ai risparmiatori possono essere significativamente più bassi di quelli effettivamente dovuti. Il nostro consiglio, pertanto, è quello di verificare con molta attenzione gli interessi liquidati o che Poste Italiane intende liquidare (in particolare per i titoli delle serie Q, P/Q o P/O) e di controllare concretamente quali siano i rendimenti applicati perché può esserci il rischio di subire un ingiusto pregiudizio. Anche chi ha già incassato i titoli negli anni scorsi può ottenere la differenza eventualmente spettante, se non è già intervenuta la prescrizione. Il nostro sportello, a Molfetta, è a disposizione per valutare, concretamente, ogni singolo caso”.

martedì 28 Gennaio 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 19:16)

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti