Cultura

Lido Bettarini: viaggio tra inquietudine e poesia

Lorenzo Pisani
Mostra personale del pittore toscano presso lo Studio 4 Art Gallery
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Ci sono scelte che cambiano la vita, decisioni improvvise e irreversibili, che però, in realtà, sembrano decise da tempo e altrove, così da risultare, effettivamente, spontanee.
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rnNella Firenze degli anni ’30 al ceramista Lido Bettarini sembrava spalancarsi la strada del mestiere di famiglia, d’un tratto, invece, la decisione di coltivare la sua passione per la sperimentazione pittorica: quel giorno l’artigiano è diventato artista.
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rnLido Bettarini nasce a Sesto Fiorentino nel 1927.
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rnAppartenente ad una famiglia di ceramisti, avviato giovanissimo al mestiere del padre, operaio alla Richard Ginori, si distingue nella creazione di modelli, ma, assecondando il suo talento, decide di spingersi oltre nella ricerca e così inizia a frequentare lo studio di Gino Pozzi. Da qui l’iscrizione all’Accademia di Belle Arti di Firenze è solo una questione di tempo.
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rnLa sua prima mostra personale è a Firenze presso le Officine Galileo nel 1952, a questa seguono esposizioni in tutto il mondo, specialmente nelle città in cui lavora: Parigi, Cannes, Monaco, Strasburgo, Baden Baden, Madrid e in Svizzera.
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rnAl 1986 risale la commissione per il ritratto ufficiale di Papa Giovanni Paolo II, tre anni dopo il pittore lascia il suo segno anche nella letteratura con “Angeli e demoni” libro autobiografico presente per quattordici settimane nella classifica dei cinque libri più venduti.
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rnIl pittore, da sempre conosciuto per l’intensità dei paesaggi, è presente a Molfetta con la sua personale fino al 31 Marzo presso lo Studio 4 Art Gallery in Largo Sant’Angelo, 34 . Orario feriale dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 20 (tel. 0803974663).
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rnL’itinerario espositivo equivale ad un viaggio nella sua dimensione onirica, Bettarini, infatti, non si limita a ritrarre la realtà, la rielabora, la reinventa.
rnLa natura non è raffigurata ma trasfigurata.
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rnAi colori brillanti della campagna toscana e delle case del borgo si contrappone un cielo plumbeo, inquietante, che lascia interdetto il visitatore incerto se gioire per l’esplosione di colori, interrogarsi sul significato di un casolare solitario o temere l’incombenza del vuoto.
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rnLo stesso dubbio pervade le sue marine dove a contrapporsi al blu diffuso del paesaggio si alternano ora la luna piena, ora le vele delle imbarcazioni. Il loro bagliore quasi accecante può essere visto come punto di riferimento nella notte, unica speranza di un tranquillo approdo, ma anche quale espressione della solitudine riflessa dal paesaggio inanimato.
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rnLa sua è una dimensione sospesa, animata esclusivamente da questa contrapposizione, quasi a raffigurare la quiete che precede la tempesta, anticipata dal cielo minaccioso e dalle vele che a volte si fanno così affilate da sembrare squarci nel cielo e sulla tela.
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rnLido Bettarini esprime nelle sue opere il proprio modo di vedere e sentire la realtà, senza spazio né tempo, la sua pittura non fornisce risposte né cerca punti di riferimento, anzi alimenta dubbi esistenziali, non vuole consolare o tranquillizzare ma porre interrogativi sempre più intimi.
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rnIl risultato è una visione che non potrà non colpire Molfetta, anch’essa da sempre, come la sua Toscana, dolcemente in bilico tra terra e mare.

mercoledì 7 Marzo 2007

(modifica il 7 Agosto 2022, 10:30)

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