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La lettera sfogo di un dipendente di un supermercato

La Redazione
Supermercato
I clienti sono sempre più frequenti, spesso non protetti da mascherine e guanti, vengono a far spesa più volte al giorno, anche per pochi articoli"
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Buongiorno,n

minpresento, o quasi, sono un dipendente di un supermercato della città dinMolfetta che, come tutti i miei colleghi del settore, continua a prestarenservizio divenuto indispensabile per la comunità in questo attuale stato dinemergenza.

Sottonalcuni aspetti mi ritengo “fortunato”, poiché ho la possibilità dincontinuare a lavorare e di poter “distrarmi”, diversamente da altrinche rimanendo a casa non percepiscono lo stipendio; tuttavia lavoriamo connritmi estenuanti, gli scaffali si svuotano con una rapidità incredibile, siamona contatto con tantissimi sconosciuti che ci passano vicino a meno di un metrondi distanza, siamo costretti ad indossare maschera (non regolare, senza filtro)ne guanti (in lattice) tutto il giorno per 12 ore che, per la nostra attivitàndinamica, sono una sofferenza; per comunicare dobbiamo alzare il tono dellanvoce per tutto il giorno per poterci far sentire oltre la mascherina, dobbiamonassistere a discussioni tra clienti per il metro non rispettato o perché nonnrispettano l’ordine di arrivo per entrare o semplicemente perché questanepidemia rende nervosi.

Minsento a rischio ogni giorno e alla fine di ogni lunga giornata mi ritiro a casanesausto sperando che tra quelle centinaia di persone che mi sono passate vicinonnon ve ne fosse una positiva al virus.

Anvolte mi chiedo: e se mai dovesse capitare a me, mi è stata data la possibilitànper evitarlo? Minè stata data la possibilità di seguire tutte le precauzioni raccomandate? E’ giusto che io sia esposto a tale rischio ogni giorno? Perchénnon permettere anche a chi è “costretto” a lavorare di potersinproteggere e prevenire i contagi?

I clienti sono sempre più frequenti, spesso non protetti da mascherine e guanti,nvengono a far spesa più volte al giorno, anche per pochi articoli, nonostante sianstato detto loro di fare provviste per il fabbisogno settimanale per ridurrengli assembramenti.

“Hannonbisogno di prender aria”, dicono loro..

Alloranmi chiedo, perché non indire restrizioni sugli orari dei supermercati/generinalimentari e no food, che siano uguali per tutti?

Nonnci è concesso nemmeno di domenica poter stare a casa, sembriamo essere unancategoria immune al virus. Innun momento in cui la libertà ci è stata limitata, lasciateci almeno la libertàndi poterci difendere come tutti dal covid-19!!

Fatelonper noi e per i nostri familiari che ogni giorno cercano di rispettare lenregole per poter sconfiggere il virus.

Grazienper l’attenzione, spero che questo mio sfogo non venga cestinato, ma messonall’attenzione di chi ha il potere di poter cambiare le cose e mettere sullonstesso livello tutti i cittadini.

domenica 5 Aprile 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 16:28)

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