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A tu per tu con il mare, Francesco Bellifemine e la sfida delle traversate

Adriano Failli
Il gruppo di natanti della piscina "Netium"
Il molfettese grande appassionato di nuoto protagonista di vere e proprie imprese, l'ultima a Monte Argentario
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Proviamo per qualche istante, a tornare un po’ indietro nel tempo. All’estate, allo spettacolo delle nostre coste, al mare, alla voglia di tuffarci in acqua. Trasferiamoci nei pressi di Monte Argentario, in Toscana, pensando di immergerci nel mar Tirreno e dover circumnavigare, a nuoto, l’intero isolotto, per una distanza totale di 21km, quantificabili in circa sette ore di bracciate. Un’impresa impossibile, penseremo. Eppure c’è chi l’estate 2018, l’ha vissuta inseguendo questo piccolo sogno e realizzandolo. Fra questi c’è anche un molfettese, Francesco Bellifemine.

“E’ una sfida costante con se stessi, provare a vincere il mare – ci racconta – perché è lui che comanda”.
Manager di Exprivia nella vita di tutti giorni, Francesco ha nel nuoto la sua più grande passione e non perde occasione di sostituire camicia e giacca con muta e costume da bagno per tuffarsi in traversate e grandi traversate. Nuotatore da sempre, il molfettese ha da pochi anni cominciato a girare per l’Italia alla caccia di esperienze sempre più stimolanti e complesse. È ciò che fa assieme ad un altro gruppo di appassionati, spinti dal giovane biscegliese Daniel Di Pierro, primo al mondo ad aver percorso in andata e ritorno la traversata delle Bocche di Bonifacio.

“La prima esperienza di traversata l’ho vissuta nel 2014, quando decidemmo di percorrere lo Stretto di Messina. Chiaramente avevo paura, i pericoli sono tanti, a volte imprevedibili e mai avrei pensato nel giro di pochi anni di passare da un percorso di 4km ad uno di 21. Nel 2015 abbiamo ripercorso lo Stretto, questa volta però in un tragitto di andata e ritorno. Poi è toccato alla traversata di Cavallino-Treporti, alle Bocche di Bonifacio e quest’anno a Monte Argentario”.

Abbiamo incontrato Francesco Bellifemine poco prima di un allenamento; la preparazione ai grandi eventi tipicamente estivi, è lunga e complessa. Durante tutto l’inverno occorre allenarsi con frequenza in lunghe sessioni di nuoto. In piscina, sotto l’attenta guida di Lorenc Felenqui del complesso “Netium” di Giovinazzo, il gruppo di nuotatori è sottoposto ad una sessione di circa quattrocento vasche. Chiaramente, quando è possibile, non si rinuncia al mare, anche d’inverno.

“La percezione nelle acque marine è totalmente diversa. Vincere il mare è complesso, intervengono tantissimi fattori. Ormai ho imparato a conoscere bene le nostre coste, ma bisogna sempre tenersi pronti agli imprevisti. A Messina le correnti sono regolari, funzionano come un orologio, compiendo un percorso in senso orario e poi invertendosi, mentre nella traversata delle Bocche di Bonifacio è molto difficile prevedere un andamento, così come a Monte Argentario, dove a causa delle correnti, spesso la lunghezza del tragitto si moltiplica, bisogna effettuare delle variazioni in corsa. Poi sembra di nuotare a vuoto, il traguardo si scorge solo a poche centinaia dal termine”.

Proprio raccontandoci la sua ultima esperienza, Francesco ci parla delle grandi sfide di questo sport, fisiche, senza dubbio, ma soprattutto psicologiche.
“La mente ad un certo punto ti comunica in tutti i modi che è il momento di uscire dall’acqua: fame, freddo, pensieri negativi. A circa 7km dalla fine, tutto questo si è accumulato ed ero ad un passo dal mollare, bisogna però riuscire a mettere tutto da parte, è un esercizio utilissimo, non nascondo che ha una buona influenza anche sul lavoro”.

È così lo sport diventa anche un esercizio psichico, capace di rafforzare la propria personalità, non solo di temprare il corpo. C’è però anche un lato romantico e insostituibile di questa grande attività, un insieme di emozioni visive e sensoriali che la piscina non è assolutamente in grado di regalare. Francesco si perde nel raccontarci quanto sia bello nuotare ed osservare la costa da un’altra prospettiva, distaccata e silenziosa, lontana dal traffico cittadino, dal brusio delle spiagge. Ci si fa accompagnare dal semplice movimento delle onde del mare e magari da qualche gabbiano che sorvola le nostre acque. C’è poi un filo di rammarico, nel constatare come ogni anno le acque siano un po’ più povere, diventa più raro trovare dei pesci e più frequente incespicare in qualche busta di plastica o scoprire come in tanti sfruttino il mare come discarica, abbandonando ogni genere di rifiuto.

“Sarebbe bello infondere un messaggio positivo – prosegue – che questo sport sia il veicolo per creare un nuovo legame con la natura. Si impara a conoscere appieno il territorio, percorrendolo a nuoto, o di corsa”.

Prima di lasciarci, non perdiamo occasione per chiedere a Francesco Bellifemine quali saranno le prossime sfide: “Questo sport permette a molti popoli di incontrarsi, ogni volta conosciamo gente proveniente da tutto il mondo. Nel futuro un’altra impresa che non vorrei perdere è la traversata dello Stretto di Gibilterra. E’ speciale ed ha un significato importante, rappresentando la connessione tra due continenti così diversi come l’Europa e l’Africa, percorrendo un tratto di mare che molta gente attraversa per necessità, non per passione. Un’altra sfida, poi, sarebbe la traversata della Manica”.
Non si fermerà dunque ai 21km di Monte Argentario la voglia di superarsi del molfettese Francesco Bellifemine, non si fermerà in Italia, a Molfetta, ma ancora tanto ci sarà da scoprire e da raccontare. Ora, però, arriva l’inverno, tempo di allenamenti lunghi e faticosi, prima della prossima sfida.

martedì 9 Ottobre 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 9:34)

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