Mai così competitivi. Ieri si è chiuso il girone di andata del campionato di Eccellenza e Molfetta, seppur a braccetto con il Corato, guarda tutti dall’alto verso il basso.
Al di là degli avvenimenti in campo, per cui si dovrà attendere in settimana il responso di giudice sportivo, erano anni che la Molfetta calcistica non mostrava solidità e continuità.
Caratteristiche proprie della truppa di Bartoli che, nonostante un mercato importante in estate, continua a rafforzarsi anche in inverno.
Il 3-5-2 disegnato da Bartoli è un concentrato di tecnica e tattica. Musacco, in porta, ha realizzato una gran favola: da preparatore dei portieri a numero 1 il passo è stato breve per la saracinesca tranese.
Pinto-Lorusso-Anaclerio sono esperienza e solidità. A centrocampo, poi, chiunque lasci in panca è un lusso per la categoria: Conteh, il neo acquisto Di Sanso e Legari hanno visto gran parte del match contro Corato dalla panchina, Lavopa, Barrasso e Scialpi sono stati classe, “cazzimma” e gioco da spezzare per poi ripartire. Anche gli esterni under sono il valore aggiunto. E poi l’attacco? Senza Triggiani, 11 reti nelle prime giornate, Ventura è tornato implacabile. Chiudono il reparto Saani e Morra, due a cui fare lavoro sporco e gol è pane quotidiano, ma soprattutto Vitale, reduce da un infortunio.
Molfetta guarda tutti dall’alto verso il basso. Superiori, solidi. Questo Molfetta Calcio c’è, è vivo, presente, costante. Nonostante gli strascichi che si porta via questo Molfetta-Corato. In attesa della sentenza del giudice sportivo il verdetto è chiaro: i tanti tifosi, le famiglie che si stanno appassionando stanno spingendo la squadra lassù. Lì dove si guarda tutti dall’alto verso il basso. Lì dove, sul campo, Molfetta si tiene stretto il titolo di campione di inverno