“Dire che conoscevo Maradona, che potessi essere suo amico sono paroloni. Però ho marcato Diego, ho la sua maglia e se mi fermo ho i brividi. L’ho marcato in quattro occasioni, lui fantasista, io mediano. Di lui ricordo che subiva falli, anche tanti, ma non si lamentava mai. In una circostanza beccai un doppio giallo, sinceramente un po’ ingiusto, però a fine gara dovevo rimarcare Diego per scambiare la maglia. Il migliore di sempre, il più difficile da marcare in campo”.
È il ricordo commosso di Angelo Terracenere, mastino della piccola Bari che si trovò il ciclone Napoli del dieci più amato della storia. Erano gli anni in cui il Bari era in A, giocava ancora al Delle Vittorie. Gli anni in cui il calcio italiano monopolizzava la scena europea e mondiale. Grazie a campioni del calibro di Diego Armando.
“Oggi è triste chiunque ami il calcio. Non voglio immaginare Napoli in questo momento o l’Argentina. Ci ha lasciato quello che secondo me ha cambiato il calcio, semplicemente il migliore di tutti – le parole di Terracenere – Certo la sua vita è stata sregolata, ma io giudico il campo: oggi ci lascia il più grande di tutti i tempi e ogni sportivo sarà commosso”.
Rimbalza dall’Argentina la notizia. Diego Armando Maradona non c’è più. La mano de Dios è volata in cielo dopo aver incantato sulla terra. Precisamente sui rettangoli di campo di tutto il globo.