Caparezza continua a non sbagliare un colpo. Così esordisce Vito Bruno, giornalista Rai, nel corso di un servizio su Tg2 dedicato all’artista molfettese, in occasione dell’uscita del dvd dedicato a “Prisoner”.
E in effetti è stupefacente il successo che il nostro concittadino continua ad avere. Apprezzatissimo da un pubblico variegato e colpito dai virtuosismi del rapper e dai contenuti dei testi.
“La prigionia che io sento più marcata – racconta nell’intervista – è quella del ruolo, un ruolo che mi sono imposto o che mi è stato attribuito da altri. È difficile venirne fuori”.
“L’Italia che ho trovato io – prosegue – è parziale, è quella dei concerti, nella maggior parte costituita da ragazzi giovani e trovo straordinario che mi trovino interessante. In più c’è un corollario di bambini e persone più grandi. I rapper? Li ascolto con affetto, sono utili per il dibattito sulla musica. Non mi ritrovo con molti di quei testi, non mi interessa sentire canzoni che parlano di marche di vestiti o di quanto si è ricchi. È una cosa che non mi appartiene e che credo non apparterrà neanche a loro tra qualche anno”.